MESSINA. Due nel primo tempo, ics nel secondo. Un esito preciso, quotato anche diciannove volte la posta da alcune agenzie di scommesse. È finita, effettivamente, così Messina – Ischia, la gara del 18 marzo scorso finita nel calderone dell’inchiesta «I Treni del Gol» che ha portato a sette arresti, martedì, a Catania.
Il Messina non era stato direttamente coinvolto, per i suoi massimi dirigenti, però, sono scattati gli avvisi di garanzia. Il presidente Lo Monaco, il diesse Ferrigno e l’amministratore delegato Failla sono indagati. La loro posizione, però, è ben diversa da quella dei vertici del Calcio Catania. Non ci sarebbero intercettazioni telefoniche né ambientali alla base delle indagini sui giallorossi. Il coinvolgimento del Messina sarebbe legato a quello di uno degli arrestati, Giovanni Luca Impellizzeri, ex calciatore del Belpasso e titolare di un’agenzia di scommesse. Quel due/ics, parziale/finale, sarebbe stato preannunciato a lui, che poi si sarebbe occupato di piazzare la scommessa. Resta da capire se davvero il Messina si sia reso responsabile della frode o se ci siano altre spiegazioni per quella soffiata, ricevuta da Impellizzeri.
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