PALERMO. Raffica di arresti e fermi in Sicilia sul fronte del contrasto ai trafficanti di uomini, ben 27 in tre giorni. Una mole di lavoro che sta mettendo a dura prova gli uffici giudiziari dell'isola, e non solo, impegnati nelle indagini sull'immigrazione clandestina. Come avverte il procuratore di Catania, Giovanni Salvi: «La procura di Catania mi auguro possa avere subito un nuovo capo, ma certamente avrà un nuovo gruppo di magistrati per colmare i vuoti di organico e per fronteggiare una situazione che è oggettivamente difficile a causa del carico di lavoro aggiuntivo che è scaturito dall'immigrazione».
Incontrando i giornalisti prima di partire per Roma dove ricoprirà il nuovo incarico di procuratore generale, Salvi ha spiegato di avere segnalato la situazione giudiziaria alla Presidenza del consiglio dei ministri e al Csm. Un appello raccolto dal ministro della Giustizia Andrea Orlando: «Ha ragione il procuratore Salvi, proprio per questo ho dato mandato ai miei uffici di verificare con urgenza la situazione delle piante organiche e delle risorse umane a disposizione per individuare soluzioni che possano consentire di fare fronte alla situazione di oggettiva emergenza che si è determinata».
Non solo. Il governo «valuterà la proposta normativa che il Csm sta per formulare per predisporre un piano straordinario di applicazioni extradistrettuali mirato a fronteggiare l'enorme incremento del numero di procedimenti giurisdizionali connessi con le richieste di accesso al regime di protezione internazionale ed umanitaria dei migranti o comunque connessi ai fenomeni dell'immigrazione».
Solo oggi in Sicilia sono stati arrestati 16 presunti scafisti in quattro distinte operazione: il bilancio, negli ultimi tre giorni, è di 27 arresti. Cinque sedicenti egiziani sono stati fermati dalla polizia e dalla Guardia di Finanza a Catania: sono ritenuti gli scafisti di un peschereccio salpato dalle coste egiziane con a bordo 285 migranti provenienti dall'area sub-sahariana e mediorientale soccorso nel Mediterraneo. I fermati, che sono stati rinchiusi nel carcere di Piazza Lanza, sono Ibrahim Abuhimdan, 45 anni; Mohammad Alqadi, di 29 anni; Ahmed Sabri Ali El Shaeer, di 35; Mohammed Ichta Izat Mohammed, 32 anni, e Mohammad Abdal Rahman, 36 anni
. Quattro gli arresti per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina compiuti dalla polizia a Messina nell'ambito delle indagini sullo sbarco, due giorni fa, di 225 profughi soccorsi dalla motovedetta «Monte Cimone» della Guardia di Finanza. Si tratta degli egiziani Mahammad Hasan Mahammad, 35 anni, Hasan Mohammed Mahmoud, 25, Ahmad Amer, 50, e un minore di 17 anni. Altri quattro egiziani sono stati fermati a Siracusa: avrebbero condotto un motopesca con a bordo 150 migranti di nazionalità egiziana, siriana, sudanese, partito lo scorso 2 luglio dalle coste di Alessandria d'Egitto.
A Ragusa, invece, sono stati fermati tre presunti scafisti che avrebbero condotto due gommoni, i cui occupanti sono stati accolti a Pozzallo (Rg) venerdì scorso. Intanto, comincerà domani con gli interrogatori di garanzia l'udienza di convalida dei fermi di 11 scafisti arrestati dalla polizia a Palermo, tra sabato e domenica, nell'ambito dell'indagine aperta dalla Procura dopo l'arrivo di 716 migranti, soccorsi nel Canale di Sicilia e 12 cadaveri. Per due scafisti, alla guida del gommone semi-affondato a largo di Tripoli, la Procura ha ipotizzato l'omicidio volontario.
Altri 11 sono stati identificati e arrestati a Palermo sbarcati sabato al porto. Sono ritenuti i presunti scafisti di imbarcazioni di migranti soccorse nel mare Mediterraneo in diverse operazioni di salvataggio. Gli indagati devono rispondere di favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina nonchè di omicidio volontario, quest'ultimo reato è stato contestato a due degli odierni arrestati
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