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Nata dal seme del padre morto, ma non potrà avere il suo cognome

La bambina è nata dal seme congelato del genitore morto quattro anni fa ma per la legge italiana non devono passare oltre 300 giorni dal decesso

MESSINA. Nasce dal seme «crioconservato» del padre morto quattro anni prima ma, per il Comune, Carla, così si chiama la piccola, non può portare il cognome del padre. Primo «no» sulla strada della bimba che la madre, Sabrina, ha partorito qualche giorno fa all’ospedale Piemonte del capoluogo peloritano.

La piccola, in precedenza, prima ancora di nascere, aveva ricevuto il «sì» all’inseminazione artificiale da parte della giustizia ellenica e in Grecia era avvenuta la fecondazione. Nei giorni scorsi dopo le dimissioni ospedaliere di madre e piccola, l’avvocato Aurora Notarianni che le assiste, si era recata con una copiosa documentazione al Comune chiedendo il riconoscimento ufficiale del cognome del padre, portando con sé la volontà testamentaria, le dichiarazioni della madre e tutti i documenti che hanno preceduto la fecondazione.

L’avvocato Notarianni si era appellata anche al sindaco Renato Accorinti e all’assessore ai servizi sociali Nino Mantineo, ritenendo che un’amministrazione nata per le sue posizioni progressiste, avrebbe dato l’assenso. Per iscritto invece, con la firma del dirigente dell’anagrafe, è arrivato ieri mattina un diniego.

La nascita della bimba, secondo il Comune, è avvenuta ben oltre i trecento giorni dalla morte del padre. Dunque, secondo il Comune non si può riconoscere la paternità. Quella bimba è figlia biologicamente di quell’uomo ma dal punto di vista civile non lo è.

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