MESSINA. Un giro di ecstasy e di droghe da 'scioglierè in alcolici e bevande. È questo il mondo attorno al quale ruotano le indagini sulla morte di Ilaria Boemi, la sedicenne deceduta 4 giorni fa sulla spiaggia antistante il lungomare del Ringo a Messina. Per la polizia di Stato, che indaga, il quadro è abbastanza chiaro: sono state definite le posizioni 'finalì della giornata della tragedia, adesso si cerca la rete che rifornisce giovani pusher che girano per discoteche e locali.
Le indagini non sono facili. Al momento ci sono tre indagati: una minorenne e due maggiorenni. Per loro l'accusa ipotizzata dalle Procure distrettuale e per i minorenni è di spaccio di sostanze stupefacenti e morte come conseguenza di un altro delitto. Sono una diciottenne che avrebbe ceduto la droga a Ilaria e un suo amico maggiorenne, anche lui presente durante la cessione, e una sedicenne che, secondo la squadra mobile della Questura, sarebbe la ragazza che avrebbe venduto l'ecstasy, che si sarebbe rivelata poi letale.
Gli accertamenti proseguono, ma tra alti e bassi. «C'è molta omertà tra i ragazzi, che non vogliono parlare», rivela una fonte impegnata nell'inchiesta. La sedicenne nega di essere una pusher. Lo negano con forza anche la 18enne e il ragazzo maggiorenne. Ed è difficile per l'inchiesta fare il salto di qualità: risalire alla 'fontè, ai fornitori di droga. «Le indagini proseguono - conferma il capo della squadra mobile della Questura di Messina, Giuseppe Anzalone - e vogliamo arrivare a chi gestisce questo tipo di commercio di sostanze stupefacenti sintetiche in città». L'obiettivo, spiega il funzionario della polizia di Stato, è «arrivare al primo livello della rete di spaccio».
«Abbiamo già individuato chi ha ceduto e chi aveva la droga che sarebbe stata data ad Ilaria - conferma - sono una 18enne e una sedicenne che sono denunciate. Ora puntiamo a capire chi organizza questo canale di vendita di stupefacenti, che è diverso da quelli tradizionali quali cocaina, eroina o marijuana e hashish». La polizia di Stato, ritiene Anzalone, ha «cercato di fare un lavoro accurato» che «in breve tempo ha permesso di farci a risalire a queste due ragazze». «Ora - aggiunge - cercheremo di individuare chi vende in modo diffuso questo tipo di droghe, che fanno male quanto le altre e purtroppo sono in voga tra più giovani». Per questo anche oggi ci sono stati altri interrogatori e il capo della squadra mobile «non esclude che nei prossimi giorni ci possano essere altre persone denunciate o che si eseguano dei fermi». Intanto dopo la direttiva del ministro dell'Interno, si sono intensificati i sequestri di ecstasy in tutta Italia, oltre 103 pasticche sono il 'bottinò di un'operazione della Questura di Ancona che ha anche arrestato due giovanissimi spacciatori.
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