MESSINA. «Mia figlia è stata dipinta come una poco di buono e una drogata, ma non era così, era una ragazza normale e dolcissima, solo un pochino ribelle». A dirlo Mariano Boemi 60 anni, padre di Ilaria, la sedicenne trovata morta nove giorni fa nel tratto di spiaggia antistante il lungomare del Ringo a Messina.
«Mia moglie, romena, ha seguito sempre Ilaria - prosegue - non è vero che era abbandonata e nessuno la seguiva, purtroppo da quando andava alle superiori è cambiata, vestiva in modo strano e io spesso avevo discussioni con lei per questo. Anche io avrò sbagliato certamente, dovevo starle più vicino e questo è un mio grande rammarico».
«Voglio sapere la verità - conclude - e se mia figlia si poteva salvare, spero che gli inquirenti facciano chiarezza. Ai giornalisti e a chi ha parlato in modo negativo di Ilaria sui social network chiedo di smetterla e di lasciarci in pace».
Salgono a cinque gli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Ilaria Boemi, 16 anni, trovata morta la notte tra il 9 e il 10 agosto nella spiaggia antistante il lungomare del Ringo a Messina. Descritta la fisionomia del pusher. Gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati oltre la sedicennessche ha acquistato la droga e la diciottenne che l'ha consegnata, un diciottenne e altre due minori che si trovavano con Ilaria.
Secondo una ricostruzione della polizia la giovane che ha comprato la sostanza stupefacente, durante l'interrogatorio avrebbe ammesso di averla presa a Villafranca Tirrena (Me), piccolo comune del messinese, da un giovane di 25 anni con una maglietta gialla e i capelli rasta. L'ecstasy, sarebbe poi passata nelle mani della ragazza 18enne che doveva distribuirla a Messina. Quest'ultima l'avrebbe data ad Ilaria e ad alcuni suoi amici che insieme a Piazza Duomo avrebbe sciolto la sostanza stupefacente in cristalli liquidi nella loro birra. Subito dopo averla ingerita, Ilaria a differenza degli altri, si è sentita male. A questo punto gli amici l'avrebbero accompagnata a fare un giro per riprendersi. Arrivati al lungomare del Ringo le condizioni della ragazza si sarebbero aggravate e gli amici spaventati avrebbero fermato un ciclista chiedendo aiuto. Quest'ultimo ha poi chiamato la polizia e un'ambulanza.
I sanitari e i poliziotti hanno subito soccorso Ilaria sulla spiaggia, ma per lei non c'è stato nulla da fare. I ragazzi che erano con la sedicenne erano già fuggiti prima dell'arrivo degli agenti. Gli investigatori, dopo avere ricostruito i fatti, ora sono in cerca del pusher di 25 anni, e vogliono anche incastrare i componenti della rete di spaccio che sta commerciando queste droghe sintetiche in città. Intanto in questi ultimi due giorni artisti da strada che si autodefiniscono 'Artisti Attivistì hanno realizzato dei quadri proprio sul lungomare del Ringo. «L'idea - hanno spiegato - è nata spontaneamente per creare qualcosa di bello sotto quelle tettoie sistemate sul lungomare e dimenticate e ci è sembrato naturale e doveroso dedicare alla giovane Ilaria la nostra azione». I familiari di Ilaria sono disperati e non vogliono rilasciare dichiarazioni, solo Samanta, zia della giovane ribadisce: «Ilaria era una persona stupenda, troppi l'hanno giudicata presto solo dal look fermandosi solo all'apparenza».
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