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Poche nascite a Ficarra, l'appello del parroco: "Giovani, datevi da fare"

FICARRA. "Giovani donne e uomini datevi fare, fate figli, a Ficarra non ci sono più bambini". A lanciare il singolare appello don Giuseppe Cavallaro, da quasi quarant'anni arciprete del santuario dell'Annunziata. L'occasione, la messa di mezzanotte e la tradizionale rappresentazione vivente della Natività che accompagna l'arrivo di Gesù Bambino ruolo, come da consuetudine, affidato all'ultimo nato maschio del paese.

Nel congedarsi dai fedeli che affollavano il santuario, don Giuseppe, dal pulpito, tra lo stupore generale, ha richiamato l'attenzione sul preoccupante calo demografico che ormai da molti anni si registra nel piccolo centro nebroideo. Poche nascite, emigrazione verso i paesi costieri e un generale spopolamento hanno portato la popolazione locale ai minimi storici e a scuola diventa sempre più difficile formare le classi. Da qui l'appello di don Giuseppe a "fare più figli" per salvare il paese dall'inevitabile declino. Negli ultimi decenni Ficarra é passata da 3500 abitanti ad appena i 1600 attuali. E il trend si mantiene negativo. Il grande impegno profuso dall'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Basilio Ridolfo, in favore delle giovani coppie e delle categorie più deboli è stato un ottimo input, ma evidentemente serve fare di più. Più figli, appunto, secondo l'invito di don Giuseppe. Invito accolto bene dalla piccola comunità, tanto da farne l'oggetto di discussione al pranzo natalizio consumato con parenti ed amici.

Arrivato a Ficarra nel 1976, molto impegnato da sempre per la crescita dei ragazzi, docente nella scuola media, autore di pubblicazioni sulle tradizioni e i beni culturali del luogo, don Giuseppe non è nuovo a proporre dal pulpito temi di scottante attualità. Della messa di mezzanotte abbiamo appena detto. Non pago, ha ripreso il giorno di Natale spiegando l'originale presepe allestito in chiesa: la conferenza di Parigi sull'ambiente, l'Isis, i bambini che annegano nel Mediterraneo, l'egoismo del ricco occidente. Spunti di riflessione insomma per rendere il Natale meno consumistico e più pregnante di spirito evangelico.

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