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Rometta, comunione negata a un bimbo autistico. Il prete smentisce

Il parroco avrebbe detto alla madre, la signora Maria Rosa, che per la seconda volta avrebbe tentato di far percorrere al figlio la strada della prima comunione, che il bimbo non era in grado di capire

ROMETTA MAREA. Niente prima comunione ad un bimbo di dieci anni autistico e scoppia la polemica. Ennesima polemica attorno alla parrocchia di Sant' Antonio di Rometta Marea guidata dall' ultrasettantenne padre Nino Scibilia. Per intenderci il prete che, in canonica, aveva appeso tre anni fa la foto di Totò Cuffaro, l' ex presidente della Regione finito in carcere per favoreggiamento aggravato alla mafia e rivelazione di segreto d' ufficio.

Questa volta, al centro di una polemica finita sui social, il diniego ad effettuare la prima comunione da parte di padre Scibilia nei confronti di un bambino autistico di dieci anni. Il parroco avrebbe detto alla madre, la signora Maria Rosa, che per la seconda volta avrebbe tentato di far percorrere al figlio la strada della prima comunione, che il bimbo non era in grado di capire. Per la prima comunione occorreva aspettare che il bambino riuscisse a capire di più. Che fosse pronto a comprendere il senso quell' ostia e di quel sacramento. Ma il bimbo affetto dalla nascita da una forma grave di autismo non parla o meglio esprime poche parole ed è costretto su una sedia a rotelle. «Il mio bambino- spiega al telefono in lacrime la signora Maria Rosa - non può ottenere miglioramenti nel tempo. Soltanto un miracolo potrebbe farlo diventare come tutti gli altri bimbi».

E forse proprio perché in questo mira colo la signora Maria Rosa, credente e cattolica, in cuor suo, ci crede, la famiglia, nonna in testa, aveva deciso di far fare la prima comunione al bimbo, di farlo stare insomma «nella grazia di di». Ma da don Scibilia nessun permesso. E così la questione, con lo sfogo della madre e del padre è finito su Facebook, con tanto di commenti di amici e di romettesi. Fin qui il racconto della madre. La versione di don Sci bilia è tutt' altra: «Ma deve proprio farla finire sui giornali questa storia? - dice il parroco che risponde in maniera cordiale e disponibile- Faccia venire la madre- suggerisce l' anziano parroco- e troveremo una soluzione. La questione poi non sta proprio come la raccontano i parenti. Ho chiesto semplicemente che il bambino fosse nelle condizioni di comunicare un minimo con il sottoscritto magari con l' aiuto della madre o di un assistente».

Qual che settimana fa, don Scibilia, era finito sui giornali e sui social per un' altra polemica con l' amministrazione comunale. I bambini della scuola che dovevano effettuare una recita nel salone dell' oratorio sono stati al centro di un braccio di ferro tra don Scibilia e il Comune. Il parroco avrebbe lasciato i bimbi per un paio di ore fuori dall' oratorio in attesa che il Comune firmasse una liberatoria assicurativa. Liberatoria che, secondo l' amministrazione, non era necessaria in quanto i rapporti tra chiesa ed amministrazione sono regolati da tempo da una convenzione. «Nessuno scontro con l' amministrazione - si affretta a dire don Scibilia - per me i parrocchiani sono tutti uguali». E rispetto alla storia di Cuffaro aggiunge: «Ancora con quella storia? È acqua passata. Tra l' altro l' ex governatore ha espiato la sua pena. Non rinvangate storie inutili».

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