
MESSINA. E' stata battezzata "Triade" l'operazione dei carabinieri nelle provincie di Messina e Siracusa, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia peloritana, nei confronti di 21 componenti di una presunta organizzazione di narcotrafficanti, che aveva monopolizzato il mercato degli stupefacenti su gran parte del litorale tirrenico messinese.
Fiumi di hashish e marijuana, prodotte sulle montagne dei Nebrodi sotto l’egida delle famiglie mafiose di Tortorici, giungevano fino alla costa per essere smerciate nei locali e nelle principali “piazze dello spaccio” controllate dalla banda, che aveva base proprio a Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto.
Tra gli arrestati c’è anche Francesco Salamone, consigliere comunale di Terme Vigliatore. Dopo l’assessore all’Agricoltura del Comune di San Teodoro sorpreso ad innaffiare una piantagione di marijuana, è il secondo caso in pochi giorni di un amministratore locale coinvolto in una inchiesta di droga sui Nebrodi.
Gli altri arrestati sono: Carmelo Galati Massaro, Sebastiano Galati Massaro, Antonio Musarra Pecorabianca, Antonino Costanzo Zammataro, Nicolino Isgrò, Ignazio Lombardo, Salvatore Pantè, Salvatore Iannello, Filippo Biscari, Giuseppe Aricò, Luca Iannello, Roberto Greco, Giuseppe Lo Presti, Marco Coniglio. Vanno ai domiciliari: Veronica Lombardo Pontillo, Antonio Cardillo, Giuseppe Costa, Filippo Genovese, Giuseppe Cammisa. Oblligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Danny Cardillo.
L’operazione, portata a termine a due mesi di distanza dall’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, colpisce direttamente uno dei settori di maggior interesse criminale per le famiglie mafiose di Tortorici, confermandone il ruolo dominante nel particolare settore della coltivazione su vasta scala di droga.
5 Commenti
mediterraneo
20/07/2016 09:19
chissà come mai qui non divampavano mai incendi...
Nicolò Seminara
20/07/2016 12:24
Se i Parchi e le Aree Protette costituiscono un luogo sicuro o quasi per la produzione di cannabis e prodotti sim. in maniera indisturbata, o si predispongono adeguati controlli periodici dei territori interessati o si deve abrogare la stessa legge istitutiva di tali Enti,considerati una risorsa ambientale e sociale di grande valore. Difendiamo queste risorse senza se e senza ma.
Carlo52
20/07/2016 19:58
Queste situazioni di produzione e smercio di grandi quantità di cannabis, unite al tentato omicidio del Direttore del Parco perchè sono stati toccati interessi mafiosi, deve far propendere per una militarizzazione dell'area del Parco stesso che NESSUNO dovrebbe poter attraversare senza venire identificato...
viseminara
20/07/2016 20:25
la mafia è una brutta bestia va combattuta in profondità, bisogna sfarsarla io poi non sono per le fansioni forzate..............
Macomemai
21/07/2016 08:32
Scusate ma essendo un parco a chi commette il controllo dell'area? Perché non si comincia ad indagare come mai nessuno degli addetti al controllo si accorge di niente. Certamente oltre alle piantaggioni ci deve essere per forza un viavai di mezzi che dovrebbe isospettire chi controlla, ma chi controlla? e chi essendo del luogo ha il coraggio di mettersi contro i mafiosi?