MESSINA. Francantonio Genovese, ex parlamentare del Pd e primo segretario regionale siciliano dei democratici, transitato nel 2015 a Forza Italia, è stato condannato a 11 anni dal tribunale di Messina al processo scaturito dall'operazione 'Corsi d'oro' sull'uso illecito di finanziamenti erogati dalla Regione siciliana a enti della formazione professionale. Il cognato di Genovese, Franco Rinaldi, ex deputato regionale del Pd e ora di FI, ha avuto una condanna a due anni e mezzo.
Tra gli altri condannati (23 complessivamente gli imputati, tre gli assolti) anche le sorelle Schirò: Chiara, moglie di Genovese, ha avuto 3 anni e 3 mesi; Elena, moglie di Rinaldi, 6 anni e 3 mesi; Giovanna, 3 anni e 6 mesi. Condannato anche l'ex consigliere comunale di Messina Elio Sauta: 6 anni e 6 mesi.
Gli indagati, grazie a prestazioni simulate, affitti gonfiati, al noleggio delle attrezzature e alla pulizia dei locali in cui venivano tenuti i corsi, avrebbero ottenuto finanziamenti extra approvati dalla Regione che erogava propri fondi insieme a quelli statali ed europei. I costi sarebbero stati gonfiati fino al 600%. Genovese, che è stato anche sindaco di Messina e primo segretario regionale del Pd, sarebbe stato a capo di questo sistema. Gli enti che facevano capo a Genovese e che venivano gestiti da alcuni suoi uomini fidati si sarebbero accaparrati decine di milioni di euro di finanziamenti.
L'arresto di Genovese era stato ordinato dal gip di Messina nel marzo del 2014 e il 15 maggio successivo la Camera autorizzò la richiesta di arresto nei suoi confronti. Dopo una settimana in carcere, Genovese va ai domiciliari. Il parlamentare torna in carcere il 15 gennaio 2015, dopo la decisione definitiva della Cassazione. Il 31 luglio viene scarcerato e gli vengono concessi di nuovo i domiciliari. Torna libero il 26 novembre 2015 per la scadenza del termine massimo di custodia cautelare in carcere; attualmente ha l'obbligo di dimora a Messina.
Genovese è figlio di un senatore e nipote del più volte ministro della Democrazia cristiana Nino Gullotti, ed è stato uno dei politici più votati nel Pd in Sicilia, con quasi 20 mila preferenze. Nella requisitoria il pm Sebastiano Ardita (confermata la sua richiesta di condanna per Genovese) aveva sottolineato la «gravità dei reati, sia per le responsabilità pubbliche di chi li commette, sia perchè sottraggono importate risorse in un settore strategico e vitale come la formazione professionale, con tanti giovani in cerca di lavoro», creando «effetti sociali e danni» che sono «immaginabili in una Sicilia martoriata dal disagio, dalla disoccupazione e dalla alternative illecite al lavoro negato».
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