MESSINA. La soglia di povertà sale a Messina. Una persona su tre tira la cinghia ed ha difficoltà a mettere il pane in tavola ma vive la propria condizione in maniera silente. A crescere di giorno in giorno è il fenomeno della povertà sommersa, quella che sfugge ai rapporti statistici perchè non la vedi alla Caritas o in giro per le strade a mendicare. Lo dice l’esperienza giornaliera maturata dai volontari delle associazioni che si occupano di assistere le famiglie dei poveri.
Lo sportello d’ascolto, una nuova realtà nata all’interno dell’esperienza della mensa del povero di Sant’Antonio ( riaperta nel 2008 dai Padri Rogazionisti della Basilica Santuario Sant’Antonio) non si limita ad accogliere le richieste in arrivo ma cerca la vera miseria, bussando alle porte dei bisognosi che per senso di vergogna preferiscono rimanere al buio. «La povertà che non esce allo scoperto - spiega Elena Donato, responsabile del centro mensa e insieme ad una suora anche dello sportello di ascolto - è quella che ci preoccupa di più e vogliamo combattere. Attraverso il nostro sportello cerchiamo di capire le storie di chi viene da noi a chiedere aiuto, provando a raggiungere anche le forme di miseria sommersa di cui purtroppo Messina è piena.
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