MAZZARRA' SANT'ANDREA. Un fiume di liquami scorre da dieci giorni dalla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea nell’omonimo torrente. È il percolato che pure dovrebbe essere raccolto e smaltito grazie a un impianto nuovissimo, costato 2,8 milioni e mai messo in funzione. Paradossi del sistema dei rifiuti siciliano: adesso la Regione dovrà sborsare in tutta fretta 300 mila euro, me ne ha pronti un milione, per fermare il danno ambientale.
Cronaca di un disastro annunciato. Sulla raccolta (meglio, la mancata raccolta) del percolato l’assessore ai Rifiuti Vania Contrafatto ha depositato un lungo dossier in Procura segnalando omissioni e sprechi. E anche sul caso di Mazzarrà l’assessore ha chiesto di avviare delle indagini.
La discarica messinese è stata chiusa e sequestrata per varie irregolarità ma non è mai stata messa in sicurezza. E per questo motivo le piogge degli ultimi mesi hanno fatto accumulare oltre 2 tonnellate e mezzo di percolato: il liquido nero altamente inquinante che si forma quando l’acqua attraversa l’immondizia sedimentata. La discarica è «esplosa» lasciando fuoriuscire il percolato che è andato a finire e ancora oggi finisce nel torrente. La Contrafatto ha parlato «di danno ambientale enorme».
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