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Gli sbarchi e l'accoglienza: luglio caldo. Vertice di 34 sindaci dei Nebrodi dopo le barricate contro i migranti all'ex hotel

PALERMO. Sbarchi, accoglienza, proteste e tentativi di risolvere l'emergenza. Sono il combustibile che torna ad alimentare il fuoco delle cronache dell'immigrazione e che rende ancora più calda l'estate italiana. Mentre oltre 1500 persone ieri approdavano tra Bari e Corigliano Calabro, nel comune messinese di Castell'Umberto scoppiava la protesta per impedire l'arrivo disposto dalla prefettura di 50 profughi. Intanto, 34 sindaci del comprensorio si sono riuniti nell'aula consiliare.

"Con gli altri sindaci dei Nebrodi che partecipano alla riunione nell'aula consiliare di Castell'Umberto cercheremo di trovare soluzioni e proporre un documento unitario da presentare al Prefetto. I migranti devono essere spostati al più presto", dice il sindaco del comune messinese Vincenzo Lionetto Civa che ieri insieme ad alcuni cittadini ha inscenato una protesta davanti all'albergo 'Canguro' di Sinagra dove si trovano 50 migranti.

Il sindaco ha spiegato che la protesta è nata perché secondo lui la Prefettura doveva trovare una struttura migliore e informare i comuni sull'arrivo dei migranti. "Noi da tempo - prosegue - insieme agli altri sindaci dei Nebrodi sapendo che qui sarebbero arrivati oltre 7000 migranti solo nei nostri comuni avevamo chiesto un incontro al prefetto per concordare le azioni di accoglienza, ma ci è stato negato. Ieri dell'arrivo dei migranti lo sapeva la cooperativa, lo sapeva l'agenzia dei pullman che li ha portati qui, solo noi sindaci non sapevamo nulla. Noi vogliamo essere partecipi alle scelte dello Stato va bene che c'è la legge che dice che ci deve essere il 2,5 % migranti ogni mille abitanti però deve poi essere rispettata qui i migranti sono 50 e il comune di Sinagra è piccolo. Tra l'altro mancava anche l'energia elettrica. Chiediamo al Prefetto di nuovo un incontro per concordare un piano di accoglienza, noi possiamo anche assisterli direttamente noi non c'è bisogno di utilizzare le cooperative si può risparmiare". "Dopo l'incontro - conclude - con gli altri sindaci torneremo davanti all'hotel per protesta finché i migranti non saranno spostati, anche se al momento c'è un nubifragio".

"La situazione nell' ex hotel dove si trovano i migranti a Sinagra (Me) è tranquilla non è in atto alcuna protesta", replica il capo di gabinetto della Prefettura di Messina Caterina Minutoli. "Non sappiamo ancora se e quando - prosegue il funzionario - saranno spostati i migranti, al momento non vediamo l'esigenza di questa scelta. Ascolteremo cosa i sindaci avranno da comunicarci dopo la riunione".

E se alcuni di loro chiedono un freno alla macchina dell'accoglienza, ce ne sono altri, come quello di Milazzo che invece aprono le porte del proprio comune. Giovanni Formica si dice "pronto ad accogliere, qualora fosse necessario, i migranti sbarcati in queste ultime ore" portati in un albergo tra i comuni di Castell'Umberto e Sinagra, sui Nebrodi. "Ho avvisato il prefetto di Messina - dice il sindaco Formica - che il Comune di Milazzo è pronto, se si renderà necessario, a mettere a disposizione una scuola per ospitare i migranti che in queste ore stanno sbarcando a centinaia in Sicilia. Naturalmente la soluzione offerta potrà servire a gestire la fase di emergenza, che poi è sempre la più delicata. Milazzo è una città aperta, che crede nel valore della solidarietà e della contaminazione positiva tra le culture. Ed è terra di migranti".

Il caso scoppiato ieri in Sicilia non è l'unico in Italia. Poche ore fa anche nel centro bresciano di Serle si sono vissuti momenti di tensione con presunti insulti e minacce ai richiedenti asilo. Ventotto dei 36 profughi che erano presenti nella struttura, gestita da una srl, sono stati così trasferiti su decisione della Prefettura. Ora sono ospitati in strutture della città.

Il clima è rovente e l'Italia, che finora si è scontrata contro il muro e le chiusure degli altri Paesi europei, starebbe pensando a nuove soluzioni, almeno secondo quanto scrive il Times. Lo ha rivelato il Times parlando di questo piano come "l'opzione nucleare" del governo italiano per risolvere la crisi dei migranti. Il quotidiano britannico riferisce di aver parlato con il vice ministro degli Esteri Mario Giro e il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, i quali hanno confermato che l'ipotesi dei visti temporanei è "in discussione". Giro e altri nel partito democratico sostengono che l'Italia potrebbe avvalersi della direttiva europea 2001/55 che era stata scritta dopo la guerra dei Balcani per permettere a un gran numero di profughi di entrare in Europa.

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