MESSINA. La Procura di Messina, nell’ambito dell’inchiesta sull'arresto del neo deputato regionale dell’Udc Cateno De Luca, ha inviato un avviso di conclusione delle indagini preliminari allo stesso politico, all’ex presidente Fenapi Carmelo Satta e al Caf Fenapi srl, con sede a Roma.
Confermato anche il sequestro di un milione e 750 mila euro. Le accuse sono di associazione finalizzata all’evasione fiscale. Intanto De Luca attende la decisione del Tribunale della Libertà, al quale ha chiesto tramite i suoi legali, gli avvocati Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi, che venga tolto a lui e Satta anche il divieto a ricoprire ruoli apicali negli enti coinvolti nell’inchiesta per evasione fiscale.
«Ieri abbiamo ricevuto la notifica della conclusione delle indagini da parte del Pm che ha indagato per oltre tre anni su di me, sulla Fenapi e sugli altri. E’ stata depositata l’atto di conclusione delle indagini, cioè il provvedimento per il quale dal suo punto di vista vorrebbe andare in dibattimento. Avevamo chiesto, durante l'interrogatorio di garanzia, l’11 novembre e durante anche l'udienza che si è tenuta davanti al tribunale del Riesame due giorni fa, l’incidente probatorio per confrontarci sulle carte di quello che è stato questo castello accusatorio. Ebbene il Pm, depositando l’atto, si è rifiutato». Lo dice in un video su Facebook, il deputato dell’Udc. "Per l’ennesima volta l’ufficio della Procura - continua - ha paura di confrontarsi con noi. Mi è successo anche nel precedente procedimento penale, che ha portato al mio arresto: la Procura mi ha arrestato e poi si è rifiutata di interrogarmi in dibattimento, anzi è sparita».
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