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Concessioni edilizie a Messina, tra gli otto condannati anche l'ex consigliere comunale Curcio

Francesco Curcio, ex consigliere comunale

Sono otto le condanne decretate dalla seconda sezione penale del Tribunale in merito al processo Via Facile, con al centro dell'inchiesta alcune pratiche edilizie del Comune di Messina tra la fine del decennio scorso e l’inizio di questo.

La Corte presieduta da Mario Samperi, intorno alle 20 di ieri, ha emesso il verdetto: 4 anni e mezzo per Francesco Curcio, ex consigliere comunale, 2 anni e 7 mesi per Roberta Curcio, 2 anni per l’imprenditore Aurelio Arcoraci, Giuseppe Bonaccorso e Antonino Scimone; 3 anni e 2 mesi al dipendente Comunale Biagio Restuccia e Luca D’Amico, 3 anni a Luigi Ristagno.

Assolti per non aver commesso il fatto Enzo Pinnizzotto e Placido Accolla.

Francesco Curcio è stato arrestato per corruzione nel 2013 e successivamente scarcerato. L'accusa aveva chiesto la condanna a 5 anni e 9 mesi per tutte le accuse contestate, il tribunale, invece, lo ha condannato a 4 anni e mezzo, assolvendolo da una delle accuse contestate.

Accusa e difese si sono scontrate sulla interpretazione delle intercettazioni telefoniche e i profili di reato ipotizzati sull’iter delle concessioni edilizie. Al centro dell'indagine c'era l’operato di Curcio come componente della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale del Comune, incaricata di rilasciare il nulla osta per le concessioni edilizie.

A dare l'input alle indagini sono state le dichiarazioni dell’agronomo Saverio Tignino che nel gennaio 2012, dopo aver lasciato gli incarichi al Comune, aveva denunciato anomalie in molti progetti edilizi.

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