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Condannato per violenze, lei mostra la foto: “Donne, abbiate il coraggio di denunciare”

Maria Elena Guglielmotta mostra le ferite dopo le percosse

La Corte di Appello di Messina ha confermato la sentenza di condanna emessa in primo grado, dal giudice monocratico del Tribunale di Patti, Rita Sergi, alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione, nei confronti di Vincenzo Di Blasi, ai danni dell'ex moglie Maria Elena Guglielmotta, 35 anni, costituitasi parte civile, con l’avvocato Decimo Lo Presti.

L’imputato, difeso da Giuseppe Allò, è stato condannato per stalking, lesioni personali e violenza privata, perpetrati ai danni della donna. L'uomo fu arrestato il 31 gennaio 2018, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Patti, con l’accusa di atti persecutori e ristretto nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, nel quale rimase due settimane per poi andare ai domiciliari.

Le indagini dei militari permisero di ricostruire un quadro indiziario, che documentava maltrattamenti fisici e morali perpetrati nei confronti della donna, già a partire dal febbraio 2015, culminati nel mese di gennaio, quando l’uomo all’interno di un locale pubblico di Sant'Agata Militello avrebbe fratturato all’ex, in più punti, il setto nasale, costringendola a ricorrere alle cure dei sanitari, con una prognosi di 55 giorni durante i quali dovette subire un intervento chirurgico.

“Vivo ancora oggi nel terrore. Donne abbiate il coraggio di denunciare”, afferma la donna, madre di due bambini, che non solo ha denunciato l’ex marito, ma ha deciso di mostrare anche la foto delle condizioni in cui fu ridotta dopo l’aggressione subita ne mese di gennaio, per sensibilizzare le altre donne che hanno subito violenze fisiche e morali, proprio come è successo a lei.

Maria Elena Guglielmotta ricorda ancora con terrore quella notte. “I tabù, i pregiudizi della gente - afferma visibilmente provata - lasciamoli ai loro simili. Care donne abbiate il coraggio di denunciare i soprusi, i maltrattamenti che subite giorno dopo giorno, perché solo denunciando potrete essere protagoniste di una battaglia vinta, e non di una sconfitta. Sarete sconfitte quando autorizzerete i vostri carnefici a ridurvi come sono stata ridotta io. A nessuna donna, di qualsiasi estrazione sociale, può essere tolta la dignità e la forza di vivere. A me la forza l’hanno data i miei figli, fatelo per loro, meritano di crescere in un contesto sano, privo di violenze sia fisiche che psicologiche, non vergognatevi di denunciare, la vergogna non è vostra ma di chi ha il coraggio di ridurre in questo stato la propria moglie, fidanzata o compagna! Non si è uomini picchiando una donna! Questo mio appello possa essere la vostra forza! No alla violenza sulle donne”.

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