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Corruzione sui lavori pubblici a Messina e Mazara, 11 arresti: coinvolti funzionari e professionisti

Corruzione a Messina. Nell’operazione della Squadra mobile denominata “Ottavo cerchio” questa notte sono state eseguite undici misure cautelari, tre in carcere e otto ai domiciliari, siglate dal gip Maria Militello su richiesta della Procura retta da Maurizio De Lucia.

Al centro della vicenda alcuni lavori pubblici a Messina e Mazara del Vallo, oltre ad alcune gare in complessi condominiali gestiti da A.Ri.sMe., l’Agenzia per il risanamento di Messina.

Un vero e proprio sistema coinvolgeva esponenti della criminalità organizzata come Antonino Bonaffini “Ninetta” e Marcello Tavilla e poi un noto imprenditore edile, Giuseppe Micali. Coinvolti funzionari pubblici e amministratori di condominio, che avrebbero incassato “mazzette” e altre utilità, perfino un’auto d’epoca. Sono coinvolti anche un ingegnere del Comune e un funzionario del Genio Civile, entrambi in servizio a Messina.

Tra gli arrestati anche un autista in servizio in Procura, addetto all’accompagnamento dei magistrati che avrebbe informato Marcello Tavilla dei movimenti del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, e dandogli informazioni sullo stato delle indagini a suo carico.

Le accuse vanno dalla corruzione al trasferimento fraudolento di valori, passando per l’accesso abusivo al sistema informatico.

I NOMI DEGLI ARRESTATI. Gli arrestati sono: Antonino Bonaffini, 46 anni, Giuseppe Micali, 57, Marcello Tavilla, 48,Felice D'Agostino, 62, Pietro Ferrante, 53 anni, Cinzia Fiorentino, 52, Giovanni Fracalanza, 51, Giuseppe Frigione, 44,Giorgio Muscolino, 39, Angelo Parialò, 64, Giancarlo Teresi, 62. I primi tre sono in carcere gli altri ai domiciliari. É in corso di esecuzione il sequestro preventivo del complesso di beni e di utilità economiche della società Mareblu, formalmente intestato al Tavilla e a Bonaffini.

L'INDAGINE. Un trojan piazzato nei telefoni di due sospetti ha svelato il giro di mazzette. L'inchiesta è nata dall'intimidazione subita da un commerciante, Pietro Ferrante, che ha negato di aver subito estorsioni, ma non ha convinto la polizia che ha iniziato a intercettarlo. Sono emersi così i suoi contatti con un imprenditore pregiudicato, Marcello Tavilla.
I due erano soci nella ditta di import-export di pesce Blu Marine Service. Tavilla, insieme all'amante Cinzia Fiorentino e a Pietro Ferrante, avrebbe corrotto un funzionario del Genio Civile di Messina, perché, in cambio di soldi, favorisse nell'aggiudicazione di lavori pubblici le ditte edili degli imprenditori Giuseppe Micali e Giovanni Francalanza. Al funzionario erano stati promessi 2mila euro per ogni appalto vinto.
Tavilla e i complici avrebbero corrotto anche un ex assessore Giorgio Muscolino amministratore del complesso di edilizia popolare "Sottomontagna", gestito dall'Agenzia per il Risanamento della città (A.Ris.Me.). Senza aver mai effettuato una selezione, e dunque in violazione di legge, Muscolino, che avrebbe intascato 400 euro, ha affidato alla ditta di Tavilla i lavori per la sistemazione del parcheggio di "Sottomontagna".
Dal trojan piazzato nel cellulare di Micali è poi venuta fuori un'altra storia di corruzione: quella di Giuseppe Frigone, funzionario del Comune di Messina in servizio al Dipartimento Immobili Comunali. In cambio di una mazzetta di mille euro il funzionario gli avrebbe affidato in somma urgenza, quindi senza gara, i lavori di manutenzione straordinaria al mercato cittadino Sant'Orsola.
Ma l'azione di Micali, sempre ascoltato dalla polizia grazie al trojan, non si sarebbe fermata a Messina. L'imprenditore si sarebbe aggiudicato i lavori di dragaggio nel porto di Mazara del Vallo, per un importo di oltre un milione. Insieme ad altri due imprenditori indagati avrebbe corrotto Giancarlo Teresi, ingegnere capo del Genio Civile di Trapani, responsabile dei lavori nel porto. Per assicurarsi l'appalto del dragaggio del porto-canale Micali avrebbe regalato al funzionario il denaro per l'acquisito di un'auto d'epoca, un soggiorno gratuito in un hotel di Messina e una cena per lui e per altre cinque persone in un ristorante di Milazzo.

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