Una situazione che si fa ancora più drammatica a causa dell'emergenza coronavirus. È quella della baraccopoli di Messina i cui abitanti corrono ogni giorno situazioni a rischio contagio. "Purtroppo ho dovuto ordinare a circa 2.500 famiglie, che già vivono in questa situazione di disagio, di restare nelle baracche coperte di amianto - dice il sindaco Cateno De Luca -. In un ambiente, come dimostrato anche dalle statistiche, dove l'aumento di mortalità per alcune patologie è più incisivo. D’altronde, vivere in pochi metri quadrati in sei, sette, otto persone, non è facile e da marzo in poi, con il caldo, tutto diventa più difficile. Questi cittadini hanno fatto un grande sacrificio e li ringrazio”.
"La maggior parte di queste abitazioni sono degli anni’30 - continua -, e sono suddivise come lebbrosari nati nel centro urbano, e poi circoscritte dalle successive urbanizzazioni. Posti dove nessuno si avvicinava e la politica in passato non è intervenuta in modo concreto".
"L'Arisme - continua il primo cittadino - l’agenzia che abbiamo creato un anno fa attraverso una legge regionale, e che ha semplificato tutti i procedimenti per il risanamento, si è fatta carico in questo periodo difficile di aiutare chi vive in baracca. Stiamo lavorando con il presidente di Arisme Macello Scurria ad una campagna di solidarietà #iorestoinbaracca, per gestire una situazione ancora più complessa in questo periodo".
"Stiamo lavorando - sottolinea il presidente Scurria - ad un piano di emergenza sanitario perché se ci fosse problema in una delle 72 baraccopoli sarebbe una situazione gravissima e si deve pianificare in tempo come agire. Cerchiamo di sanificare una volta a settimana le baracche tenendoci pronti a qualsiasi evenienza che speriamo non accada mai. Abbiamo definito un’azione supplementare per questo territorio e abbiamo consegnato famiglia per famiglia le mascherine e il gel igienizzate".
"Quello che diventa importante per noi - sottolinea il sindaco - è il piano che si sta predisponendo per un un’eventuale evacuazione complessiva, e per questo stiamo pure individuano delle risorse nell’ambito del Pon Metro; non escludo, nel frattempo, se la situazione dovesse peggiorare di trasferire queste persone in albergo e me ne prendo la responsabilità".
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