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Palloncini bianchi e fuochi d'artificio per l'addio a Ylenia Bonavera a Messina

Ylenia Bonavera

Centinaia di persone, fuochi d'artificio e palloncini bianchi oggi pomeriggio a Messina per i funerali di Ylenia Bonavera, la 24enne uccisa con una coltellata alla spalla da una sua amica 34enne, Daniela Agata Nicotra. La messa è stata celebrata nella chiesa della parrocchia Madonne delle Lacrime nel villaggio Bordonaro da padre Giuseppe Di Stefano. Sulla bara bianca fiori e una foto della vittima. Diverse persone avevano una maglietta commemorativa con la sua immagine e la scritta 'Ylenia per sempre nei nostri cuori'.

Intanto, il Gip di Catania ha confermato il fermo di Daniela Agata Nicotra, 34 anni, emesso dalla Procura ed eseguito tre giorni fa dalla squadra mobile. Il Giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta dei Pm Fabrizio Aliotta e Michela Maresca, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio.

Secondo i primi esiti dell’autopsia la vittima sarebbe deceduta per un’emorragia scaturita da una coltellata ricevuta alle spalle. L’indagata si era costituita alla polizia accompagnata dal suo legale di fiducia, l’avvocato Giovanni Chiara, ammettendo di averla ferita con un coltello da cucina al culmine di una lite in strada, che era stata ripresa con dei cellulari da passanti. L’indagata ha sostenuto la tesi della legittima difesa. Secondo quanto riferito dal suo difensore, ha detto di essere stata ferita da Ylenia a un occhio, che le sanguinava, dopo che l’aveva rimproverata perché, a suo dire, era ancora una volta in preda all’uso di droga e alcool. La vittima aveva in mano una bottiglia di birra con la quale, ha aggiunto la donna, avrebbe cercato di colpirla ancora e per questo avrebbe preso un coltello da cucina, che aveva in auto, e l'avrebbe usato per difendersi e poi è andata via.

Nel 2017, Ylenia, durante l’aggressione subita dall’ex che aveva tentato di darle fuoco - Alessio Mantineo, 25 anni, condannato a 10 anni in appello - aveva riportato ustioni nel 13 per cento del corpo ed aveva perso il bambino che aspettava. Durante il processo prese le sue difese considerando dell’ex come un gesto una prova d’amore e per questo fu rinviata a giudizio a Messina per favoreggiamento e falsa testimonianza. La prossima udienza era stata fissata per il marzo del 2021.

La notizia del fermo di Daniela Agata Nicotra è confermata, con una nota, dalla Procura di Catania, in cui si sottolinea che la "pugnalata è stata inferta con forza e determinazione ai danni della vittima nel corso di una violenta lite scaturita per ragioni sentimentali".

L'indagata il 10 dicembre scorso ha confessato l’omicidio negli uffici della polizia, dove si era recata col legale di fiducia, alla presenza dei magistrati titolari dell’inchiesta che hanno poi disposto il suo fermo per omicidio volontario aggravato da precedente relazione affettiva. Per questo la Nicotra, dopo le formalità di rito, è stata condotta nella casa circondariale Piazza Lanza.

Dall’autopsia è emerso che la morte è stata provocata da "shock metaemorragico acuto, secondario a lesione a tutto spessore del secondo tratto dell’arteria ascellare di destra", con il "colpo" che "ha avuto una direzione dall’alto verso il basso, leggermente dal dietro all’avanti e leggermente destro sinistro ed ha attraversato la cute dirigendosi al davanti della clavicola, penetrando i muscoli grande pettorale, piccolo pettorale sulla linea emiclaveare fino a giungere tra il primo e secondo spazio intercostale, penetrare la pleura e il lobo superiore del polmone di destra creando un lago emorragico in cavità pleura".

Durante le indagini della squadra mobile della Questura sono state denunciate in stato di libertà per il reato di favoreggiamento personale alcuni dei presenti all’accaduto che, pur non concorrendo nel delitto, hanno aiutato la responsabile dell’omicidio ad eludere le investigazioni dell’autorità fornendo false informazioni alla polizia giudiziaria. Responsabilità emerse, in forma ancora più palese, a seguito dell’acquisizione del noto video che riprende le tragiche fasi dell’aggressione e da cui si evince che alcune persone, presenti durante le fasi dell’omicidio, hanno falsamente dichiarato di non aver assistito alla scena.

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