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Scontri a Giardini Naxos durante il G7 di Taormina, in 40 a processo

Si tratta di attivisti provenienti da tutta Italia accusati di resistenza a pubblico ufficiale e inosservanza dei divieti

Un'immagine degli scontri nella manifestazione contro il G7 a Giardini Naxos

Andranno tutti a processo i manifestanti violenti del G7 di Taormina. Per il summit che si tenne nel 2017, in Sicilia, macchiato dalle proteste degli attivisti durante il corteo a Giardini Naxos, il giudice per le udienze preliminari Monia De Francesco ieri ha disposto il rinvio a giudizio di quaranta persone.

Più della metà sono siciliani. Dovranno comparire in tribunale a gennaio, per rispondere dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione illecita in quanto violate le prescrizioni disposte dal questore in materia di sicurezza e ordine pubblico.

Accolte le richieste avanzate dal pubblico ministero, che quasi un anno fa aveva chiesto il rinvio a giudizio di quarantuno indagati, colpevoli di non avere fermato il corteo davanti al Municipio di Giardini Naxos, come stabilito dall’autorizzazione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Un’iniziativa che si sarebbe dovuto svolgere pacificamente. Ma non per tutti. Il gruppo dei dimostranti, violando il divieto, anziché fermarsi insieme agli altri, ha proseguito la marcia oltrepassando lo sbarramento delle forze dell’ordine e rendendo inevitabile lo scontro.

Per bloccare l’avanzata dei dissidenti, che avevano già occupato piazza dell’Abbevera - toio violando il perimetro della zona rossa, fu necessario lanciare i lacrimogeni e usare i manganelli spaventando il resto della folla. Nella colluttazione anche i poliziotti vennero aggrediti con calci e pugni e il lancio di oggetti pericolosi.

Mentre i grandi della terra discutevano in una Taormina blindata, a Giardini Naxos si consumavano momenti di forte tensione che hanno spaventato la popolazione, con gli esercizi commerciali chiusi e i cittadini murati in casa.

Tra i rinviati a giudizio spiccano il noto attivista messinese, Santi Bonfiglio 77 anni, storico esponente del partito comunista, i due pugliesi Ernesto Palatrasio di 72 anni e Margherita Colderazzi 69 anni entrambi di Taranto. Sono diciannove i palermitani che dovranno comparire davanti al giudice, in tanti erano già segnalati per gli scontri tra tifoserie avvenuti nel 2016 durante la partita Palermo- Lazio, ma a processo ci saranno manifestanti di numerose città italiane Bergamo, Brescia, Modena, Cosenza, Cagliari, Napoli e anche della Spagna.

Sono tutti colpevoli dei gravi episodi di violenza. Grazie al lavoro svolto dagli investigatori è stato possibile identificare anche chi durante la sommossa si erano coperti il volto per non essere riconosciuti.

Il summit internazionale durò due giorni, il 26 e 27 maggio al palacongressi di Taormina per discutere di temi centrali per il futuro del pianeta: economia globale, crisi migranti e ambiente.

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