Pioggia di cenere e lapilli sui paesi etnei, ma anche su un tratto dell'autostrada Catania-Messina e su Taormina e il suo distretto turistico. È l'effetto dell'ultimo parossismo del vulcano attivo più alto d'Europa che ha interessato, ancora una volta, il cratere di Sud-Est con fontana di lava, violenti boati e l'emissione di un'alta e intensa nube eruttiva. Materiale piroclastico, compreso delle piccole pietre laviche, è precipitato copioso soprattutto nella fascia nord-est del versante dell'Etna. A Taormina il fenomeno ha incuriosito i turisti che hanno girato video e scattato foto e selfie.
Colata lavica di 1,5 chilometri
In una nota l'Ingv fa sapere che dal monitoraggio tramite gli strumenti tecnici un ulteriore flusso di materiale piroclastico si è originato dal fianco orientale del Cratere di Sud-Est, ed ha percorso circa 1.5 chilometri diretto verso la Valle del Bove.
L'allarme di Coldiretti
E con la nuova eruzione torna l'incubo Etna nelle campagne siciliane con la ripresa delle attività che fa salire a otto mesi il "conto" delle emissioni di cenere che sino ad oggi hanno causato danni alle coltivazioni ai quali si aggiungono i disagi per chi è costretto alla pulizia straordinaria delle canalette di scolo, o alle pulizia delle strade rurali. Lo afferma la Coldiretti sulla fontana di lava ed emissione di cenere vulcanica dal cratere di Sud-Est.
"Un'ulteriore dimostrazione che siamo di fronte a cambiamenti per il vulcano - sottolinea Coldiretti - e che quindi bisogna avviare un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc. Si tratta - afferma Coldiretti - di una emergenza continua, una vera e propria calamità quotidiana. Per pulire le strutture e le coltivazioni - conclude la Coldiretti - serve tempo, acqua e quindi l'impiego massiccio di manodopera con costi insostenibili".
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