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La Procura di Patti archivia l'inchiesta per la tragica morte di Viviana e Gioele

Viviana Parisi, 43 anni, e il figlio di 4 anni

«La morte di Viviana Parisi suicida come conseguenza del lancio dal traliccio è l’unica compatibile con le risultanze investigative» e «c’è la certezza che la morte del piccolo Gioele non possa essere collegata, neanche indirettamente, all’azione umana». Lo scrive il Gip di Patti, Eugenio Aliquò, nell’ordinanza con cui ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta sulla morte della 41enne dj e del figlio di 4 anni morti nell’agosto del 2020 nelle campagne di Caronia. Il giudice «condivide pienamente la ricostruzione» della Procura sottolineando «l’onestà intellettuale» dei Pm nel riconoscere di «non avere potuto dare risposte certe sulle cause della morte» del bambino che, ipotizzano i magistrati, sarebbe stato ucciso dalla madre o sarebbe deceduto per cause non chiarite, come un malore o lesioni accidentali. La decisione del Gip è arrivata a conclusione dell’udienza camerale che si è tenuta il 22 ottobre scorso, dopo che i legali delle famiglie di Viviana Parisi e Gioiele Mondello si erano opposti all’archiviazione dell’inchiesta avanzata dal procuratore di Patti, Angelo Cavallo, il 29 luglio. Daniele Mondello, padre del bambino e marito della donna, ha sempre respinto con forza la tesi del suicidio dalle moglie dopo la morte del figlio, le cui cause sono rimaste non determinate, ipotizzando che i due corpi siano stati spostati, una ‘messa in scenà realizzata da chi li ha avrebbe uccisi.

Una ricostruzione non condivisa dalla Procura di Patti e neppure dal Gip, al cui vaglio è passata la richiesta di archiviazione. «Il corpo della donna - scrive il giudice Aliquò nelle 495 pagine del decreto di archiviazione - presenta tutti i segni compatibili con un decesso dovuto a una precipitazione dall’alto, dunque compatibile con la caduta dal traliccio». E le lesioni riscontrate sono state «causate in via esclusiva dalla caduta». Inoltre, sottolinea, «non si può trascurare la totale assenza di un movente che avesse potuto in qualche modo fornire una chiave di lettura ad un’azione così incredibilmente efferata ai danni di una donna e di un bambino del tutto indifesi». Tutti i dati raccolti, conclude, «appaiono del tutto incompatibili con un’eventuale aggressione ed opera di terzi». La tesi dei legali dei familiari di Viviana Parisi e Gioele Mondello, di un duplice omicidio ‘mascheratò ad opera di ignoti, per il giudice, «è da respingere», alla luce di «tutte le pregnanti considerazioni“ della Procura di Patti, «condivise pienamente» dal Gip e che le definisce «frutto di corpose risultate investigative» e di «un ponderoso lavoro».

Il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, auspica che «ora si metta finalmente la parola fine a questa vicenda» visto che, afferma, «anche il Gip adesso ha rilevato come effettivamente fossero fantasiose le tesi della famiglia e dei legali». «E questo - aggiunge - lo dice un giudice terzo come richiesto da loro e spero che quindi agiscano di conseguenza. Il Gip ha sostanzialmente confermato quello che abbiamo scritto nella richiesta di archiviazione: ha sottolineato che il quadro complessivo emerso, cioè di una donna fragile che aveva più volte dato segnali pericolosi sottovalutati dai familiari, in particolare dal marito Daniele Mondello».

«Siamo molto delusi - commenta Carmelo Lavorino, criminologo e consulente dei legali di Daniele Mondello - a noi sono arrivate al momento soltanto quattro pagine. Quando potremo leggere le motivazioni vedremo, se sarà il caso, di ricorrere in Cassazione e fare ulteriori indagini difensive». “Siamo consapevoli - dice l’avvocato Pietro Venuti, uno dei legali che aveva presentato l’opposizione - di aver fatto tutto quanto possibile per evitare l’archiviazione, e rimaniamo convinti che ci siano stati degli errori di valutazione. Quando avremo tutte le pagine dell’archiviazione del Gip, valuteremo eventuali altre azioni. Ora i corpi verranno restituiti alla famiglia e nei prossimi giorni saranno celebrati i funerali».

 

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