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Il giornalista Beppe Alfano ucciso dalla mafia: c'è un indagato a Messina

Il cronista di Barcellona Pozzo di Gotto sarebbe stato assassinato perché disturbava gli interessi della cosca locale. Sotto accusa Stefano Genovese. Già in passato era stato indicato come il sicario

Beppe Alfano

C'è un iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Messina nell’ambito del terzo fascicolo aperto sull'uccisione del giornalista Beppe Alfano ucciso da Cosa nostra di Barcellonese nel gennaio del 1993.

È Stefano Genovese, in passato già indicato come il sicario del cronista, prima dal boss barcellonese pentito Carmelo D’Amico e poi, ma de relato, dal fratello, anche lui collaboratore, Francesco D’Amico. Lo scrive la Gazzetta del Sud.

Genovese era stato indagato per il delitto dalla Procura, ma l’accusa, supportata soltanto dalle dichiarazioni del pentito Carmelo D’Amico, non era stata ritenuta dalla Dda di Messina sufficientemente solida per andare a processo, e così era avanzata la richiesta di archiviazione, poi accolta dal giudice per le indagini preliminari.

La nuova iscrizione sarebbe un atto dovuto alla luce degli sviluppi dell’inchiesta: il collaboratore di giustizia Biagio Grasso ha riferito che Antonino Merlino - condannato a 21 anni, con sentenza definitiva, come esecutore materiale del delitto - gli avrebbe confidato di essere innocente e che ad uccidere il giornalista sarebbe stato Genovese. Secondo l’accusa, Alfano, corrispondente del quotidiano La Sicilia da Barcellona Pozzo di Gotto, sarebbe stato ucciso perché disturbava gli affari e gli interessi della mafia locale. A dare l’ordine di assassinarlo. secondo l’accusa, sarebbe stato il boss Giuseppe Gullotti, condannato a 30 anni di reclusione. Ma il suo processo è sotto revisione a Reggio Calabria, con sentenza prevista per il prossimo 18 novembre.

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