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Eolie, i pescatori contro i delfini: «Rompono le reti e ci mangiano tutti i totani»

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Cinquanta titolari di pescherecci depositeranno le loro licenze all’ufficio circondariale marittimo delle Eolie per protestare contro «la numerosa presenza di delfini che incidono sui quantitativi della pesca al totano». Lo annunciano presidente e il vicepresidente del consorzio Cogepa Eolie, Salvatore Riitano e Pinuccio Spinella, che hanno chiesto un intervento dell’assessore della Pesca mediterranea della Regione Siciliana, Antonino Scilla.

Per i pescatori i dissuasori producono l'effetto contrario

«Quella dei delfini - aggiungono - è diventata un’invasionè, sono una calamità per il pescato del totano perché la loro presenza determina una perdita di quantitativi tra il 60-70%, causando una irreversibile crisi per le unità dedite a quel tipo di pesca. I dissuasori presenti in mare, anche quelli di ultima generazione, non fanno altro che divenire una fonte di richiamo».

Gli ambientalisi contestano: "I pingers li tengono lontani"

Una tesi non condivisa dagli ambientalisti. «L’utilizzo dei pingers, i dissuasori acustici, e di attrezzi da pesca alternativi non danneggiabili da parte dei delfini - afferma Monica Blasi, biologa marina, presidente dell’associazione Filicudi wildlife conservation - insieme allo sviluppo di attività economiche alternative per i piccoli pescatori sono la strada da seguire. Stiamo lavorando sul territorio collaborando con molti pescatori e faremo il possibile per aiutarli a ridurre le interazioni con i delfini e agevolarli nel percorso di riconversione dei mestieri».

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