Fabio Messina ce l’ha fatta. Nel tardo pomeriggio é salito a bordo della sua auto su un traghetto privato che lo ha condotto a Messina, da dove poi raggiungerà Palermo, sua città di residenza.
L’agente di commercio era bloccato da lunedì scorso a Villa San Giovanni perché il personale della società privata di traghettamento gli aveva impedito di imbarcarsi perché non vaccinato e quindi privo di green pass. Da quel momento è iniziata la battaglia di Messina contro il divieto. Si è messo in contatto col suo avvocato, Grazia Cutino, che insieme alla collega Maura Galletta ha presentato un ricorso in via d’urgenza al Tribunale civile di Reggio Calabria per chiedere l’annullamento del divieto.
Ricorso che stamattina il giudice Elena Luppino ha accolto, sbloccando una situazione che stava ormai assumendo contorni paradossali. Una decisione che potrebbe fare giurisprudenza in casi analoghi. Messina, a Villa San Giovanni, ha dormito in un sacco a pelo. Soltanto nelle due ultime due notti é stato ospitato da una famiglia del posto. “Ci riserviamo di approfondire - hanno detto gli avvocati Cutino e Galletta - le motivazioni giuridiche della decisione, ma possiamo sin da subito dire che abbiamo accolto molto favorevolmente il provvedimento del Tribunale civile di Reggio Calabria. Siamo molto felici di averlo riportato a casa».
Unica condizione imposta dal giudice a Messina per potersi imbarcare è stata quella di sottoporsi a tampone, oltre a quella ovvia di indossare la mascherina FFP2 durante la sua permanenza sul traghetto. Messina, scrive il giudice Luppino nel provvedimento, «non ha altra scelta se non avvalersi del trasporto pubblico per fare rientro nella sua abitazione». La sua, tra l’altro, afferma ancora il giudice, «è una situazione peculiare, nel senso che, a differenza di altri cittadini che vivono nella penisola e possono tranquillamente fare rientro nella loro abitazione con il mezzo proprio, anche se sprovvisti della certificazione verde rafforzata, non ha altra scelta che utilizzare il traghetto per attraversare la striscia di mare che separa la penisola dalla Sicilia. Il ricorrente, inoltre, non ha attualmente un luogo in cui poter stare non potendo nemmeno recarsi in un albergo, visto che anche per accedere ai servizi di una struttura ricettiva occorre il green pass rafforzato. Sicchè il ricorrente si trova attualmente per strada e non è nelle condizioni di poter sbloccare la situazione, soprattutto in tempi brevi».
Fabio Messina era partito dalla Sicilia l’8 gennaio scorso, “ossia - rileva ancora il giudice Luppino - quando ancora non era entrato in vigore il nuovo obbligo di Green pass rafforzato che invece al suo ritorno, il 10 gennaio, era appena divenuto operativo». Messina, a detta del giudice, «non ha altro modo per fare rientro nel proprio luogo di residenza se non il traghetto, pur avendo circolato sul territorio nazionale con mezzo proprio. Ed anche volendo, non si sarebbe potuto adeguare alla nuova normativa in tempo per la data del 10 gennaio».
Prima d’imbarcarsi l’agente di commercio ha incontrato il parlamentare di Alternativa Francesco Sapia, che aveva presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio e ad alcuni ministri chiedendo iniziative «per consentire l’immediato rientro a casa del signor Messina».
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