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Inchiesta sul bimbo di Lampedusa morto in ospedale: salma sotto sequestro, si farà l'autopsia

L'Asp di Messina: «Al San Vincenzo di Taormina il piccolo Domenico è arrivato in condizioni cliniche disperate»

Domenico Bandieramonte, il bambino morto

La Procura di Messina ha aperto un’inchiesta sulla morte del piccolo Domenico Bandieramonte, 4 anni, di Lampedusa, deceduto nel reparto di Rianimazione di Chirurgia pediatrica del Bambin Gesù che si trova all’interno dell’ospedale San Vincenzo di Taormina. La salma è stata posta sotto sequestro e verrà disposta l’autopsia. Sul caso ha svolto i primi accertamenti il commissariato di Taormina. Non è chiaro se proceda d’ufficio o se ci sia stata una denuncia da parte della famiglia. La madre del piccolo sostiene che il figlio sia morto per un batterio contratto nell’ospedale San Marco di Catania in cui era stato ricoverato per disturbi intestinali.

Domenico è giunto in ospedale il 7 luglio in condizioni cliniche «gravissime», secondo quanto afferma una nota dell’Asp di Messina. Il piccolo, ricoverato inizialmente al San Marco di Catania per un disturbo intestinale, in seguito all’applicazione di un sondino - sempre secondo i familiari - avrebbe contratto in ospedale un batterio, l’enterococco, che ha colpito tutti gli organi, dal cuore ai reni. «Il piccolo paziente - spiega l’Asp - è stato ricoverato presso il reparto di Terapia intensa Cardiochirurgica, è stato sottoposto a cure intensive (tra cui Ecmo), ma il disperato quadro clinico non ha lasciato margine ad alcun miglioramento clinico. Pertanto, a seguito di accurati esami diagnostici e di una lunga procedura di accertamento di morte encefalica, ne è stato costatato il decesso. Tutto il personale medico e paramedico e la Direzione dell’Asp Messina - conclude la nota - si stringe al dolore dei familiari».
La nota non entra nel merito di ciò che potrebbe essere accaduto prima. La mamma del bambino, la signora Ambra Cucina di Lampedusa, ha detto del resto che i medici dell’ospedale di Taormina hanno fatto il possibile per strappare il bambino alla morte. L’accusa riguarda quello che sarebbe successo nell’ospedale catanese.

Anche nel mondo del poliotica si comincia a chiedere di fare chiarezza. «Si accertino al più presto le cause e le eventuali responsabilità che hanno portato al decesso del piccolo Domenico - sottolinea il deputato del M5S all’Ars Giovanni Di Caro - stroncato in ospedale, a quanto pare, da un batterio killer. Di certo c'è che le infezioni contratte nelle corsie d’ospedale sono troppe. Personalmente, lo denuncio da tempo: ho presentato in merito un’interrogazione all’Ars più di 3 anni fa e ancora attendo risposte». Di Caro racconta che «l’atto parlamentare, presentato a giugno del 2019 e trasmesso al governo regionale il 22 luglio dello stesso anno sta facendo le ragnatele negli uffici dell’assessorato alla Salute senza che nessuno si sia degnato di darci risposte. Eppure si tratta di un fatto grave, come testimoniano le numerose denunce che ho raccolto in merito da cittadini e medici. Ci sono gravissime criticità sulle gestione, sorveglianza e controllo delle infezioni correlate all’assistenza, (Ica), come sono gravi le criticità sul contrasto all’antibiotico resistenza. L’assessore Razza ci dica cosa sta facendo per arginarle».

«Sono personalmente addolorato per la morte del piccolo Domenico - replica l'assessore Razza -. È una notizia che mi sconvolge come amministratore, come uomo e come padre. Su mia disposizione il direttore sanitario dell’ospedale San Marco, Antonio Lazzara, ha già istituito una commissione di indagine interna composta dai direttori delle Unità di Malattie infettive, Chirurgia pediatrica e dalla Direzione medica di presidio ospedaliero. Sono certo che la magistratura farà chiarezza su quanto avvenuto ma, nel frattempo, è importante capire se tutte le procedure sono state svolte in modo corretto. Voglio esprimere la vicinanza dell’intera Regione Siciliana alla famiglia e a tutti i medici del nosocomio che, ogni giorno, lavorano con serietà e abnegazione».

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