«L'Iirb Cnr di Messina, da anni sviluppa scenari in realtà virtuale per migliorare l’efficacia delle terapie comportamentali e crediamo fermamente che le tecnologie che importeremo dal Metaverso ci aiuteranno a superare i limiti dei protocolli attuali rendendoli ancora più efficaci per i nostri pazienti». Così Giovanni Pioggia, responsabile del centro di Ricerca messinese.
La base su cui si fonda questa tecnologia è l’uso di visori per la realtà virtuale. Dagli anni '80 questa tecnologia ha permesso alle scienze cliniche di sviluppare nuovi protocolli di riabilitazione per pazienti con disturbi neurologici e psichiatrici. Ma come la nuova evoluzione nel Metaverso influenzerà la pratica clinica e la ricerca scientifica è ancora completamente sconosciuto. «La «profonda sensazione di presenza» attraverso un’esperienza multisensoriale in ogni luogo e in ogni momento - spiega Pioggia - rivoluzionerà la nostra comunicazione e le nostre connessioni sociali. Il Metaverso sarà un ambiente digitale ipercomplesso, che si pensa possa fornire nuove opportunità di comunicazione all’uomo, confondendo al tempo stesso le sembianze di sé stesso. Per poter, però, acquistare, sperimentare e modificare queste nuove tecnologie - sottolinea il responsabile dell’Iirb Cnr di Messina - necessitano importanti fondi per la ricerca e soprattutto una profonda sinergia nelle collaborazioni scientifiche con i centri clinici con cui stabilire lo sviluppo di nuovi protocolli innovativi per il trattamento delle neuro fragilità».
«Come descritto in due articoli scientifici appena pubblicati dal nostro gruppo di ricerca - interviene il neuroscienziato Antonio Cerasa dell’Irib Cnr di Messina - la principale caratteristica su cui lavoreranno in maniera sinergica informatici, ingegneri, psicologi, psichiatri, neurologi e neuroscienziati per il trasferimento delle risorse del Metaverso nella pratica clinica sarà lo sviluppo di scenari virtuali in cui i pazienti potranno condividere un protocollo comune di terapie che verrà ritagliato su misura dei pazienti grazie anche all’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale. L’unione delle nuove tecnologie per la visione di scenari virtuali, insieme allo sviluppo di nuovi sensori e algoritmi di intelligenza artificiale capaci di adattare l'ambiente alle necessità del paziente, sarà il futuro della riabilitazione».
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