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Femminicidio e suicidio di Gioiosa Marea, la comunità: «Siamo vicini alle figlie e ai familiari»

La formalizzazione dell’incarico al medico legale Elvira Ventura Spagnolo sarà domani - lunedì 13 marzo - il primo passaggio ufficiale, seguito dalle rituali notifiche alle parti, per l’autopsia che dovrebbe svolgersi nello stesso pomeriggio, o al più tardi martedì, al Policlinico di Messina, sui corpi di Tindaro Molica Nardo e della moglie Maria Febbronia Buttò, trovati senza vita venerdì nella loro abitazione di via Casani, a Gioiosa Marea.

Gli elementi sin qui emersi dall’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Patti diretta da Angelo Cavallo, con il sostituto Federica Urban, e condotta dai carabinieri della compagnia di Patti e della stazione gioiosana, indirizzerebbero in maniera sempre più decisa sulla pista sin da subito privilegiata del femminicidio-suicidio per mano del sessantacinquenne brigadiere in congedo della guardia di finanza, che avrebbe accoltellato mortalmente la moglie sessantunenne per poi togliersi la vita con la stessa arma trovata sul posto. Dall’esame autoptico gli inquirenti attendono risposte su modalità e tempistiche del duplice ferimento mortale mentre in attesa del responso dei rilievi del Ris, si stanno acquisendo anche le testimonianze di familiari e conoscenti della coppia.

Intanto, un’atmosfera di tristezza accompagna il fine settimana per le vie di Gioiosa Marea, tra il profondo dolore di una comunità che fatica ad elaborare l’accaduto. «Erano entrambi due persone meravigliose con una vita tranquilla dedita alla famiglia e ai nipoti», commenta Giuliana Scaffidi, presidente dell’associazione «Uno spiraglio di gioia» e in prima linea nel sociale. «Non ci aspettavamo una cosa simile, il dolore è tanto e siamo molto vicini alle figlie e ai familiari».

Il servizio completo di Giuseppe Romeo sul Giornale di Sicilia in edicola

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