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Messina, presunta evasione fiscale: sequestro di beni a Franza

Decreto del gip richiesto dalla Procura. Al centro una donazione del valore di 3 milioni

Una donazione di 3 milioni e 250mila euro avvenuta nel 2019 su cui non sarebbero state pagate correttamente le imposte. È questo il quadro giudiziario che fa da sfondo al sequestro preventivo “per equivalente” di denaro, beni mobili e immobili e conti correnti, da un milione e 137mila euro, richiesto dalla Procura e accordato dal gip Ornella Pastore, all’ing. Vincenzo Franza, nella sua qualità all’epoca di ad della società di navigazione Caronte&Tourist Spa. Lo scrive la Gazzetta del Sud.

Si tratta di indagini effettuate a suo tempo dal Nucleo di accertamento entrate della Guardia di Finanza. La donazione, secondo l’ipotesi prospettata dalla Procura, sarebbe stata effettuata dalla società Caronte Spa, di cui è socio di maggioranza al 37,5% la Caronte&Tourist Spa, come una “liberalità premiale”, mentre in realtà si tratterebbe di un “pagamento ad un dipendente”, quindi assoggettato ad un regime d’imposta diverso rispetto a quello effettivamente considerato: con una differenza di pagamento d’imposta notevole, dai 260mila versati rispetto al milione e 397mila che si sarebbero dovuti sborsare.

Scrive il gip Pastore nel decreto di sequestro che ha raggiunto l’ing. Franza, che «... non può sottolinearsi la singolarità di tale operazione, considerato innanzitutto che Franza Vincenzo è dipendente, in qualità di amministratore delegato, della Caronte&Tourist Spa, mentre a premiarlo con la donazione è la partecipante Caronte Spa.

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