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Stromboli, il cratere è super controllato: installati i nuovi sensori

Stromboli (foto Notiziarioeolie.it)

A Stromboli è stato condotto un esperimento scientifico multidisciplinare che ha messo insieme competenze diverse e diverse tecniche di misura utili al monitoraggio e all’osservazione dell’attività esplosiva persistente, quale quella che caratterizza il vulcano eoliano. Durante l’esperimento sono stati installati sistemi di acquisizione di segnali multiparametrici, in modo da osservare simultaneamente diversi processi legati alle attività del vulcano Stromboli con strumenti in grado di rilevare una varietà di parametri geofisici e geochimici.

«Per studi sismologici - Spiega la ricercatrice dell’Ingv Laura Sandri - sono stati installati sul territorio un centinaio di sensori (detti “nodi”) sismici, strumenti leggeri, di facile trasporto e posizionamento, idonei ad essere installati per periodi di qualche giorno o settimana. Ai nodi sismici sono stati associati sei sensori acustici infrasonici, utili a discriminare la posizione della sorgente dell’attività vulcanica esplosiva che caratterizza il vulcano, ed a caratterizzare l’attività eruttiva stessa». «I nodi e i sensori infrasonici - aggiunge Luciano Zuccarello dell’Ingv - sono stati posizionati in modo da formare array sismo-acustici, cioè serie di sensori collocati secondo una geometria regolare, ideati per studi specifici ad alta risoluzione. A questi array è stato affiancato un cavo in fibra ottica, per misurare la deformazione a cui il cavo è sottoposto attraverso l’interferometria ad alta frequenza della luce laser che passa nella fibra ottica, secondo la tecnica conosciuta come Distributed Acoustic Sensing (DAS), un metodo di avanguardia della sismologia».

«Inoltre - evidenzia Piergiorgio Scarlato - sono stati installati a quota 400 metri sul lato Nord della Sciara del Fuoco sistemi mobili multiparametrici per la misura della concentrazione e del flusso di biossido di zolfo (SO2), telecamere ad alta velocità e sensori acustici ad acquisizione continua. Misure di concentrazione e flusso di SO2 nel pennacchio (“plume”) vulcanico di Stromboli tramite telecamera termica e a raggi ultravioletti da quota 400 metri. Nei giorni dell’esperimento è stata inoltre raccolta la cenere prodotta durante l’attività esplosiva ordinaria dello Stromboli, su cui verranno effettuate analisi di composizione chimica». L’analisi della grande mole di dati raccolti potrà contribuire allo sviluppo di nuovi strumenti per il monitoraggio dell’attività eruttiva dello Stromboli. L’esperimento hcoinvolto circa trenta unità di personale Ingv afferente a diverse sezioni (Pisa, Roma1, Bologna, Osservatorio Etneo, Osservatorio Vesuviano), e personale proveniente da università italiane (Università di Bicocca) e straniere (Università di Liverpool, Dublino e Granada).

 

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