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Chi era Kevin Laganà, il ragazzo di Messina morto nella strage del treno: i messaggi d'amore tra lui e il padre

I due si mandavano tanti cuoricini. «Tu sei la cosa più importante che abbia nella vita», aveva scritto il giovane sui social. Il cordoglio del sindaco Basile

Kevin Laganà, una delle cinque vittime dell'incidente ferroviario nel Torinese

Ha lasciato la città d’origine, Messina, per lavoro. E per lavoro ha perso la vita lontano dallo Stretto. Kevin Laganà – 22 anni lo scorso mese – amava il padre, a cui era legatissimo. Struggente uno dei suoi ultimi messaggi sui social: «Tu sei la cosa più importante che abbia nella vita. Il miglior padre che si possa avere». Un rapporto rinsaldato dal trasferimento di entrambi a Vercelli. E ancora: «Ti amo papà». Un sentimento ricambiato da papà Massimo: «Anke io ti amo».

I due si mandavano tanti cuoricini, ma adesso quello del giovane non batte più. Complice una morte assurda, che ha gelato anche la comunità messinese in cui Kevin era molto conosciuto. Si era trasferito in Piemonte e viveva a Vercelli. Terminata la scuola, nel 2019, ha iniziato a prestare servizio per la Sigifer di Borgo Vercelli, che si occupa di armamento ferroviario.

Appassionato di musica, grande lavoratore, sempre pronto a dare una mano agli altri. Così vicini di casa e amici descrivono Kevin. Sotto il suo alloggio in cui viveva col genitore, a Vercelli, si sono radunati in tanti, scossi per l’accaduto. «Kevin era una persona solare, buona, indescrivibile – racconta una donna –. Era sempre pronto a farsi in quattro per gli altri. Perdiamo una persona splendida».

Su Facebook, una moltitudine di messaggi: «Sei stata la persona più buona di questo mondo – recita un post –, ma a quanto pare qualcuno si è accorto che c’era un fiore splendido e ha deciso di coglierlo. Riposa in pace, ci hai lasciato troppo presto, ma ti vorrò bene per sempre». «Non aveva paura di niente, lavorava di giorno e di notte. Da due anni aveva trovato questo lavoro – dice a Repubblica Melania, che per Kevin era come una mamma – . Non erano figli miei, ma li ho cresciuti io, Kevin e suo fratello Antonino. Ho visto Kevin l’ultima volta ieri sera (mercoledì, ndr) a cena, poi è uscito come sempre per lavorare. Non ho mai pensato che fosse un lavoro pericoloso. Gli dicevo comunque di stare attento». Così la cugina Cinzia: «Sono arrabbiata, non so chi abbia sbagliato ma cinque persone investite non sono un incidente. Qualche errore è stato commesso».

A Messina il sindaco Federico Basile si è stretto intorno alla famiglia Laganà: «È terribile apprendere notizie così tristi di una ennesima strage sul lavoro. Siamo addolorati ed esprimiamo non solo ai familiari del giovanissimo Kevin Laganà, originario di Messina, ma a tutte le famiglie delle altre vittime la vicinanza e il cordoglio a nome mio personale e dell’intera comunità messinese». Per Pietro Patti, segretario generale Cgil Messina, «la sicurezza sul lavoro continua ad essere una grave emergenza, con la provincia di Messina che ha un triste primato regionale». Nino Alibrandi, segretario generale Cisl Messina, chiede «controlli, formazione e un coordinamento sinergico fra tutti coloro che hanno responsabilità sulla salute e sulla vita dei lavoratori», mentre Ivan Tripodi, omologo della Uil Messina, dice basta a quella che è una «mattanza quotidiana».

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