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In mare nelle Eolie con il retino contro  lo spauracchio delle meduse

L'esperta Blasi: non stanno dove l'acqua è fredda, calda, sporca o pulita come si pensa ma vengono trasportate dalle correnti e la presenza massiva in una determinata area, stagione, giorno dipende dai movimenti delle correnti

Alle Eolie in questa estate tanti turisti, ma anche tante meduse. Ed è stato un vero e proprio spauracchio. Lo conferma anche Monica Blasi che dirige “Filicudi Wildlife Conservation - Pronto Soccorso Tartarughe Marine”
“Meduse, meduse, meduse, che paura e quante domande – spiega la biologa romana - durante l'estate si vedono spesso turisti che, con il retino, sulle spiagge, sono a caccia di meduse, che poi lasciano morire essiccate e agonizzanti al sole. Una pratica assolutamente immorale, perché le meduse sono animali come tutti gli altri, e anche diseducativa come insegnamento da trasmettere ai nostri figli. Molto più educativo acquistare una buona maschera e insegnare loro come schivarle mentre si nuota e si osserva il fondale”.

“Le meduse – puntualizza - hanno un importante ruolo ecologico infatti, non solo si nutrono del plancton, anche il fitoplancton che aumenta a causa dell'inquinamento delle acque, mantenendone sempre sotto controllo la presenza, ma favoriscono anche l'ossigenazione delle acque e sono il principale nutrimento di alcune specie chiave della catena alimentare, come le tartarughe marine.
Gialle, rosa, marroni, trasparenti, piccole, grandi e di varie forme. In realtà molti degli organismi gelatinosi che osserviamo in mare non sono meduse ma specie zooplanctoniche assolutamente non urticanti, tra cui ctenofori, idrozoi, tunicati e sifonofori. I classici, scifozoi, ovvero le meduse che navigano in mare hanno la forma ad ombrello con i filamenti urticanti più o meno lunghi e corposi che escono da sotto l'ombrello. Se vediamo un organismo trasparente a forma di uovo, di tubo, di cintura o addirittura di farfalla non dobbiamo spaventarci perché non è una medusa! Esistono tante specie di meduse ed ognuna predilige un particolare habitat e un range di temperatura e di parametri oceanografici specifici per la sua crescita e sviluppo”.
Alle Eolie si possono osservare poche specie di meduse in modo regolare tutto l'anno, la più comune e temuta, la Pelagia noctiluca o vespa di mare, quella marroncina da piccola e rosa da grande, mentre altre specie sono osservabili solo in alcune stagioni, ad esempio la Cotilorizza tuberculata, la medusa Cassiopea, che è presente principalmente nel mese di Settembre.

“Pensate che fatica – evidenzia ancora - per arrivare alla forma adulta la medusa impiega circa due anni e attraversa due fasi riproduttive, una asessuata, in cui si riproduce per gemmazione da un piccolo polipo ancorato sul fondale, e una sessuata, quando la medusa è adulta con la sua forma finale. Queste due fasi sono favorite da particolari fattori oceanografici specifici per ogni specie. E poi le meduse non mordono ne si muovono ma si lasciano trasportare dalle correnti per cui se il mare è calmo basta stare un pò attenti!”

“Quindi – conclude la dottoressa Blasi - le meduse non stanno dove l'acqua è fredda, calda, sporca o pulita come si pensa ma vengono trasportate dalle correnti e la presenza massiva in una determinata area, stagione, giorno dipende proprio dai movimenti delle correnti. Ci si può confondere perché è vero che se il mare è molto inquinato le correnti oltre alle meduse possono concentrare la sporcizia nelle zone più di risacca, nelle grotte o nei porti. Quindi se le vediamo da un lato dell'isola quasi certamente dall'altro lato non ci saranno. Dunque evitiamo di ucciderle lasciandole agonizzanti al sole. Affittiamo un barchino e cambiamo zona, e comunque magari in poche ore le correnti le trasporteranno in altri luoghi!”.
Foto notiziarioeolie.it

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