Avrebbe ingannato una ragazza di 19 anni che cercava un lavoro promettendole un’occupazione, convincendola a seguirlo nella sua abitazione, una casa di campagna, in provincia di Messina dove avrebbe abusato di lei. Poi le avrebbe dato 100 euro e l’avrebbe riaccompagnata a casa, in un paese di un’altra provincia della Sicilia. È l’accusa contestata a un uomo di 65 anni, che è stato condannato dal tribunale di Patti a sette anni e sei mesi di reclusione per violenza sessuale. I giudici hanno anche disposto le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno.
La vicenda al centro del processo è accaduta nel 2021. La giovane, allora diciannovenne, aveva pubblicato su Internet una richiesta di lavoro per fare pulizie domestiche. L’uomo, secondo l’accusa con l’inganno, le avrebbe offerto sei ore retribuite nella sua casa di campagna e lei avrebbe accettato. Questa la ricostruzione dei fatti: l’uomo la va a prendere in auto e la porta nella sua casa, dove avrebbe abusato di lei. Poi, dopo averle messo 100 euro in uno zainetto, l’avrebbe riaccompagna a casa. Dalla denuncia della giovane sono state avviate le indagini da cui scaturisce il processo.
Alla vittima, costituitasi parte civile con gli avvocati Giuseppe Lipera e Giovanni Adriano Lombardo, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento del danno, da liquidarsi in separata sede, oltre la rifusione delle spese legali. Il pm Andrea Apollonio aveva chiesto la condanna del sessantacinquenne a dieci anni di reclusione. Si era opposto il difensore dell’imputato, l’avvocato Ennio Fiocco. Il tribunale si è riservato il termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza.
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