Messina

Giovedì 26 Dicembre 2024

L'incidente mortale a Sciacca, Longi in lacrime per Antonio Acara: «Se ne va un uomo dalle mille risorse»

Abitava a Longi, in provincia di Messina, dove in tantissimi lo conoscevano. Tutta la comunità è in lacrime per la morte di Antonio Araca, l'uomo di 49 anni che ha perso la vita nel terribile incidente avvenuto ieri, 5 marzo, sulla statale 115. Era geometra e lavorava in una impresa edile di Sciacca, dove rimaneva per tutta la settimana, per tornare poi nel weekend a Longi, dove ribbracciava la compagna e la loro piccola bambina, che ha soltanto un anno e mezzo. Secondo la ricostruzione della polizia stradale, intervenuta sul posto per effettuare i rilievi, la tragedia sarebbe stata provocata da un tamponamento a catena: l'auto guidata da Araca è rimasta incastrata tra due mezzi pesanti, che l'hanno letteralmente schiacciata. Per lui non c'è stato niente da fare. Acara, in passato, aveva avviato diverse attività all'insegna della scoperta della natura e delle aree più belle del territorio dei Nebrodi. Era infatti presidente di un'associazione che che si occupa di escursioni e aveva realizzato e gestito per tanti anni il Parco Avventura tra Longi e Galati Mamertino. Tantissimi i messaggi a lui dedicati sui social: «Grande ed unica persona per bene, gentiluomo, garbato ed educato - scrive Donatella -. Purtroppo vanno via le persone buone in questo mondo. Ho appreso la notizia, ma sono ancora incredula. Ti ringrazio per l'amicizia che abbiamo avuto e quei pochi momenti di divertimento e anche di sconforto. Sono certa che Dio ti accoglierà immediatamente come un angelo. Riposa in pace grande lavoratore e stimato geometra». «Un grande amico - scrive Calogero Leanza, ricordando Acara -. Ti ricorderò sempre per la collaborazione avuta, per le escursioni fatte insieme, i suggerimenti e i consigli che mi hai dato, e per la battaglia «inutile» che hai sostenuto inutilmente per riaprire il parco avventura da te creato. Ciao grande Antonio, persona da mille iniziative e inarrestabile, riposa in pace». E ancora: «Riposa in pace cugino - scrive Alessio Zingales - io non ci posso ancora credere. Sappi che ti vorrò per sempre bene».  

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