Il pm Liliana Todaro, come scrive oggi (4 giugno) la Gazzetta del Sud, ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, con l’ipotesi di omicidio, il proprietario dell’abitazione nella quale sarebbe morto Michele Lanfranchi 19 anni, il cui cadavere è stato trovato sabato sera a Messina sul marciapiede di fronte all’appartamento. Indagato il quarantenne Giovanni Laganà, anche a sua tutela per le fasi future dell’indagine.
La procura e la squadra mobile di Messina stanno indagando ancora in tutte le direzioni e ieri hanno sentito Laganà, così come una serie di persone che hanno assistito alla tragedia. I testimoni hanno raccontato che Lanfranchi mostrava la pistola che aveva acquistato da poco e che, a suo dire, doveva servire per vendicarsi di uno sgarbo subito da parte di una persona. Ad un certo punto, mentre si trovava nell’appartamento, dalla pistola che Lanfranchi aveva in mano sarebbe partito il colpo che lo ha raggiunto al collo accidentalmente. Su Laganà al momento non c’è alcuna richiesta di misura cautelare; su di lui, come sugli altri testimoni, è stato fatto l’esame stub, il cui esito sarà fondamentale.
Lanfranchi dopo l’incidente sarebbe stato preso di peso e trasferito in strada, nella via Michelangelo Rizzo, una stradina laterale del rione Giostra. Gli inquirenti si sono insospettiti del fatto che il suo corpo sia stato trovato all’esterno con la pistola in mano come per creare una messinscena.
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