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Lipari, l'inchiesta sulla fornitura di acqua potabile: anche il Riesame rigetta le richieste, niente arresti né interdizioni

Il tribunale del Riesame di Messina ha rigettato il ricorso della procura di Barcellona, per mancanza di esigenze cautelari, nei confronti di alcune persone coinvolte nell’inchiesta su una presunta frode contrattuale nell’approvvigionamento dell’acqua potabile con le navi cisterna per le isole Eolie. La procura chiedeva gli arresti domiciliari.

Inizialmente erano state coinvolte ben 44 persone in quelle che, secondo l'ipotesi dell'accusa, erano operazioni considerate fraudolente e finalizzate a massimizzare i profitti della società Marnavi di Napoli, proprietaria delle navi cisterna, indagata quale persona giuridica, alla quale si contesta di aver incassato tra gli anni 2016 e 2021 maggiori profitti per complessivi 555 mila euro.

Il ricorso era stato presentato contro il decreto del gip del tribunale di Barcellona che aveva rigettato la richiesta di applicazione di misure cautelari nei confronti di Domenico Ievoli, Antonio Di Falco, Riccardo Casamento, l’ex sindaco Marco Giorgianni, l’ex vice Gaetano Orto,  i funzionari comunali Mirko Ficarra, Carmelo Meduri, Gaetano Lucci, Ignazio Marino e Pietro Giannò. Rigettate altre misure, come la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio, chiesta per Vincenzo Monterosso, Alberto Di Pietra, Dario Letizia, Roberto Mandarano, Francesco Scaldati, Natale Scaffidi, Alessandro Fonti, Giorgio La Greca, Bartolo Esposito e Francesco Gerbasi. Rigettata infine la richiesta di disporre nei confronti della Marnavi il sequestro preventivo di oltre 500 mila euro.
Gli indagati sono stati rappresentati dagli avvocati Saro Venuto, Nino Favazzo, Sebastiano Campanella, Tommaso Autru Ryolo, Silvano Martella, Antonino Amata e Luca Frontino.

Foto notiziarioeolie.it

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