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Lipari, la montagna di pomice in caduta libera

Esce allo scoperto la società che punta a rilevare l’ex Pumex: «Nessun obiettivo di svendere la storia delle Eolie»

Continua a scatenare polemiche la gestione della montagna di pomice dopo la chiusura della ditta Pumex che esportava la pietra bianca in tutto il mondo, da oltre 20 anni in totale stato di abbandono e con la sottostante strada provinciale divisa in due per il rischio crollo. Italia Nostra regionale, a firma del presidente Leandro Jannì e dell’eoliano Angelo Sidot, ha lanciato un nuovo appello anche al dipartimento dei beni culturali e dell'identità siciliana servizio tutela e acquisizione pianificazione paesaggistica diretto da Silvia Occhipinti per avviare una seria istruttoria sul sito industriale di Porticello.

«Il luogo è adatto a far nascere il Museo della Pomice in quanto è presente la cava di pomice coi vecchi uffici e, le attrezzature ma, soprattutto è un luogo imponente, dirompente e affascinante facilmente raggiungibile anche dal mare per via della presenza di un molo di attracco per le navi. Sorprende sempre di più il concordato fallimentare della Pumex presentato dalla “Mt Project Srl”. Difatti, il 17 ottobre 2024 sarà chiamata l’udienza per discutere l’opposizione, presentata da parte di un creditore, avverso la proposta di concordato fallimentare proposta dalla stessa società». Italia Nostra ha quindi richiesto di «avviare un’istruttoria sulla procedura di vendita sul sito di Porticello al fine di proteggere il territorio e di tutelare, davvero, il patrimonio storico culturale e paesaggistico dell’isola, evitando speculazioni edilizie valorizzando il sito: un luogo denso di storia, imponente, dirompente e affascinante. Evitiamo di spazzare secoli di storia dell’estrazione della pomice e della sua antica lavorazione millenaria rappresentando un pezzo fondamentale della storia del mediterraneo, dalla protostoria fino al dopoguerra del secolo scorso».

«Il Piano di gestione del sito Unesco – ha ricordato Pietro Lo Cascio, presidente dell’associazione Neos e già consigliere comunale - auspicava la sua trasformazione in un parco geo-minerario, un’opzione solidamente motivata dall’importanza dei luoghi e del ruolo che la pomice ha avuto nella storia di quest’isola, ma anche straordinariamente dispendiosa, perché si trattava di affrontare complessi interventi di messa in sicurezza e rifunzionalizzazione delle cave e degli edifici industriali».

E dopo tante polemiche e richieste anche da associazioni nazionali, arriva la replica della società Mt Project, amministrata dall’eoliano Mandarano. «Nessun obiettivo di svendere la storia delle Eolie - puntualizza l’ingegnere - per mettere in atto solo un progetto turistico. Nessun intento neanche di stravolgere lo stato dei luoghi attraverso interventi speculativi. Piuttosto il contrario. La proposta è stata già preliminarmente illustrata attraverso una dettagliata nota esplicativa al presidente della Regione Renato Schifani e agli assessori regionali competenti. La società non intende agire senza una preventiva concertazione per portare a definizione un progetto così ampio e articolato che farebbe solo bene a tutta la comunità eoliana».
Foto Notiziarioeolie.it

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