A Ginostra è allarme rosso per l’invasione delle capre selvatiche che a centinaia scendono nelle viuzze e stanno distruggendo di tutto…”. Il coordinatore del comitato del borgo di Stromboli Gianluca Giuffrè ha lanciato un “Sos” anche al ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin ed al Presidente della Regione Renato Schifani.
“Nel lontano 2003, in seguito all’emergenza Stromboli che ha portato all’evacuazione degli abitanti per alcuni mesi - ha esordito - qualcuno ha lasciato libere otto capre d’allevamento pensando di recuperarle in seguito. Purtroppo esse si sono arrampicate nell’impervia montagna dell’isola dove esistono profondi burroni e luoghi inaccessibili all’uomo, per cui non è stato più possibile recuperarle.
Da allora si sono riprodotte ed oggi hanno raggiunto le 2000 unità circa. Crescendo di numero ed in cerca di cibo hanno cominciato ad espandersi anche nelle vallate e zone basse dell'isola. Ormai da qualche anno è diventata una continua e capillare invasione di tutto il territorio e ultimamente, un gran numero di loro si sono allocate attorno a tutto il centro abitato di Ginostra con repentine e dannose incursioni nei giardini delle case, stradelle del borgo e nelle varie strutture sia private che pubbliche”.
L’elenco dei danni
Escrementi e feci dappertutto e spesso anche sui tetti di case e terrazze dove si raccoglie l’acqua piovana, necessità di tutte le abitazioni della frazione, con conseguenze anche di tipo sanitario immaginabili.
Spesso a causa di morte naturale o accidentale carcasse di alcuni animali che a volte superano il peso di oltre 50 Kg. restano all’aperto in vicinanza di case ed in stato di putrefazione con rischi di origine sanitaria.
Per loro natura, sono solite inerpicarsi lungo burroni e dirupi sovrastanti il mare, scogliere e spiagge frequentate dai bagnanti dell’isola, innescando così frequentissime, improvvise e inaspettate frane che mettono in pericolo l’incolumità di ignari turisti.
Tendono a distruggere irrimediabilmente l’habitat, tutta la vegetazione spontanea e il patrimonio boschivo dell’isola in gran parte riserva naturale, insieme a tutti i cappereti, le migliaia di oliveti secolari, piante di ogni genere, tanto che ormai non fa in tempo a nascere un filo d’erba, tutto ciò portando alla desertificazione dell’intero territorio oltre ad enormi danni per i privati che vengono anche scoraggiati ed impossibilitati a coltivare i loro terreni.
Abbattono tutti i muretti a secco lungo sentieri, proprietà e stradelle, disseminando massi dappertutto e rendendo difficile e pericoloso il transito delle persone.
Il coordinatore del comitato ha quindi richiesto alle varie autorità di “attivarsi con senso di responsabilità in merito alla grave questione”.
Caso analogo ad Alicudi
Analoga problematica ad Alicudi. A fronte di circa 100 abitanti effettivi, le capre sono più di 600 e stanno danneggiando i sentieri, i muri a secco dei terrazzamenti, oltre a divorare arbusti e piante protette all'interno della riserva naturale dell'isola. Dopo le proteste di abitanti e villeggianti si sono attivate le autorità e il sindaco Riccardo Gullo ha avviato l’iter per donarle. Tantissime le richieste soprattutto di allevatori da ogni parte d’Italia. Ma a tutt’oggi le capre non hanno lasciato l’isola.
Foto e video Notiziarioeolie.it
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