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La madre accoltellata dal figlio, la vicina: «Le liti erano quasi ogni giorno»

madre uccisa dal figlio a coltellate

Davanti all’uscio di casa Fogliani ci sono ancora tracce di sangue. Tra quelle mura che, a quanto pare, sono state teatro di tante liti. «Quasi ogni giorno», racconta un’ex vicina che fino a due anni fa abitava proprio sullo stesso pianerottolo di Caterina Pappalardo, brutalmente uccisa dal figlio.

«Litigavano spesso. Le urla del ragazzo erano disumane, la voce della signora, invece, si sentiva a malapena, in quegli anni non sono mai riuscita a capire la causa dei loro screzi, ma ricordo una frase che il ragazzo ripeteva, diceva spesso “mi fai diventare pazzo”.

Ricordo che un giorno mia figlia suonava e ho sentito che lui gridava “basta, basta” scagliando fortissimi pugni contro muro. Molte volte mi accorgevo che la signora Fogliani restava fuori casa perché lui non le apriva, in un'occasione le ho chiesto se avesse bisogno di qualcosa, ma lei mi rispose di no e che suo figlio stava dormendo. Spesso portava la spesa al ragazzo. Lo vedevo uscire con uno zainetto, ma non so se frequentasse l'università. Non parlava mai, si limitava a salutare e stava sempre con gli occhi bassi quando lo incrociavi sulle scale o sul pianerottolo».

Il titolare di un negozio che si trova al piano terra della palazzina racconta «Era sempre educato, almeno a noi non ha mai dato l'impressione di una persona violenta».
Eppure, ieri, è stato proprio per l’ennesima lite tra i due che una vicina ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. «Abbiamo sentito dei litigi e poi chiedere aiuto, sentivano litigare, sono ancora sconvolta, una cosa del genere mette davvero angoscia».

E se inquietudine e sbigottimento sono le due sensazioni più comuni tra le persone che la conoscevano la signora Caterina sembrava a tutti, invece, una donna serena. La tragedia ha sconvolto l'intero quartiere che la ricorda sempre sorridente, generosa e disponibile.

«Era una bravissima persona. Mi viene da piangere perché era davvero una brava persona» ha raccontato una conoscente con le lacrime agli occhi.

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