
«A causa delle tagliole sparse nelle Eolie mi sono ritrovata troppo spesso ad intervenire su cani e gatti per salvare loro la vita, amputandoli un arto…». A lanciare l’ennesimo appello è la veterinaria Laura Gulotta che da Palermo ormai da anni si è trasferita a Lipari. E sovente deve fare i conti con questa amara realtà che ovviamente la tormenta sempre di più.
«Ho deciso di intervenire pubblicamente perché non ne posso più - dice sconsolata - in nome del bene delle povere vittime che vengono sacrificate dall’uso delle tagliole. Tutti sappiamo (almeno spero!) che le tagliole sono vietate e che rappresentano l’essenza del bracconaggio. Nelle nostre isole Eolie è ancora presente l’utilizzo della tagliola e mi costa personalmente in quanto nello svolgimento della mia professione mi sono ritrovata troppo spesso ad intervenire su cani e gatti per salvargli le loro vite, amputando arti feriti. Qui sembra tutto normale mentre l’inferno continua. Voglio dire basta!».
Per far fronte al fenomeno ormai dilagante intervengono anche i volontari eoliani dell’Enpa. E perlustrando le varie località dell’isola soprattutto nelle frazioni alte spesso sentendo forti lamenti che provengono da zone invase dai rovi hanno rinvenuto cani rimasti intrappolati nel groviglio della vegetazione e non riuscivano a liberarsi, accertando che le zampe erano rimaste intrappolate nelle tagliole sparse nel territorio. Poi la veterinaria Gulotta ha dovuto amputare l’arto. «E il macabro fenomeno purtroppo non si arresta…», è il suo lapidario commento .
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