PATTI. È una profuga Medea, straniera in cerca d’amore. E sono primitivi e stranieri i Ciclopi, mostri che non accettano l’ordine precostituito e metropolitano. È interamente giocato sul tema dell’accoglienza, questo nuovo ciclo di tragedie classiche del «Teatro dei due mari» che si apre mercoledì prossimo al teatro antico di Tindari con «Il ciclope» di Euripide, l’unico dramma satiresco giunto dall’antichità, e continua giovedì 25 maggio con la «Medea» di Seneca, affidata alla mano sicura di Walter Pagliaro.
Dopo il debutto, i due spettacoli si alterneranno fino a domenica 4 giugno. La firma in calce al cartellone – che avrà un suo secondo momento più «leggero» e di intrattenimento ad agosto – è firmato come d’abitudine da Filippo Amoroso.
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