Un "Cono Energetico" per assaporare un nuovo fare creativo attraverso campi energetici positivi, alimentando e mantenendo viva la ricerca interiore. Questo l'invito di Francesca Di Chiara, Sato Crisà e Giovanni Russo che insieme completano la mostra collettiva "Wind of Sicily", attualmente in corso al museo-albergo Atelier sul Mare, e che vogliono condividere con tutti coloro che saranno presenti questa l’esperienza venerdì 23 agosto alle 18,30.
La serata sarà accompagnata dalla presenza dell’attrice e regista di teatro Patrizia D’Antona, protagonista del “Cunto di Icaro”. Il mitico figlio di Dedalo, sostenuto dal vento di Sicilia, resta in aria e danzando fluttua leggero e si fa aedo della bellezza del Mediterraneo e della Sicilia, della sua vocazione all’arte in tutte le sue molteplici forme.
Ad introdurre l'evento l’artista-mecenate Antonio Presti. “Penso che mai come in questo momento il mondo abbia bisogno dell’energia che scaturisce da una ritualità pura e partecipata. Il mondo ha bisogno di un futuro che si nutra di Bellezza e Conoscenza, di una luce rigeneratrice. In un momento in cui la società ha smarrito ogni senso di dignità e Bellezza - spiega Antonio Presti -, sono sempre più convinto della necessità di restituire una ritualità che, nella sua semplicità, sia capace di parlare non solo ad artisti e intellettuali ma anche al cuore della gente. Le pratiche di meditazione sono state da sempre messe in pratica dalle popolazioni, di qualsiasi latitudine, in momenti di grave crisi o grandi carestie, in cui si avvertisse il bisogno di rigenerare il mondo, avviando un processo di nuova creazione. Spero che l’esperienza del “Cono Energetico” possa trarre la forza per una rinascita interiore”.
La ricerca di Francesca Di Chiara, pittrice e insegnante di yoga, va proprio in questa direzione nel superare lo smarrimento e il senso di vuoto dell'uomo occidentale attraverso la pratica di meditazione secondo le tecniche dei Maestri Rishi, che possono realizzare condizioni di vuoto produttivo nella mente, nel cuore e nel corpo non solo dell’artista, ma anche di chi si immerge nell’opera
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