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Taormina Film Fest 2020 ultimo atto, assegnati i premi

Si conclude con grande successo di pubblico dal vivo e online la 66esima edizione del Taormina FilmFest, diretto per la prima volta quest’anno da Leo Gullotta e Francesco Calogero. Il festival, uno dei primi a riprendere dopo l’emergenza Covid-19 in sala e in streaming su MYmovies.it, è stato prodotto e organizzato da Videobank Spa su concessione della Fondazione Taormina Arte Sicilia.

Una variegata programmazione in Sala A del Palazzo dei Congressi di Taormina, ha ospitato giornalmente - a ingresso libero e su prenotazione - le proiezioni del Concorso internazionale di opere prime e seconde, mentre il palinsesto online ha offerto una più ricca programmazione, disponibile per 24 ore, corredata da una striscia quotidiana di approfondimento, sulla pagina Facebook del Festival alle 20.45 con documenti video, immagini di archivio, suggestive riprese emozionali e interventi di ospiti, a narrazione di un festival solo in parte virtuale. Prestigiosi e internazionali gli ospiti del festival, premiati per le rispettive carriere: il tre volte premio Oscar, il direttore della Cinematografia Vittorio Storaro, insignito del Cariddi d’Oro alla Carriera, quindi la giornalista Laura Delli Colli, presidente della Fondazione Cinema per Roma, del Sngci - Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani e dei Nastri d’Argento, insignita del Taormina Arte Award e l’attore danese star della serie Il Trono di Spade, Nikolaj Coster-Waldau, insignito del Taormina Arte Award.

La Giuria, composta dall’attrice Emmanuelle Seigner (anche presidente di giuria), dal regista Mimmo Calopresti, dalla produttrice Ingrid Lill Hogtun, dal produttore Antonio Perez e dall’attrice Joana Preiss ha assegnato il Cariddi d’oro per il miglior film va a Onkel di Frelle Petersen (Danimarca).

Cariddi d’argento per la miglior regia a Charter di Amanda Kernell (Svezia). Menzione speciale della giuria a La hija de un ladron di Belèn Funes (Spagna) Maschera di polifemo per la migliore attrice a Daria Lorenci per il film Mater di Jure Pavlovic (Croazia). Maschera di polifemo per il miglior attore a Bakhtiyar Panjeei per il film Namo /The Alien di Nader Saeivar (Iran).

La giuria Documentari, presieduta dal regista Goran Devic e composta dal regista Antonio Falduto e dal regista Christian Bisceglia ha decretato Miglior film del Concorso Documentari Paradise Without People di Francesca Trianni (Stati «Per l’impegno e la capacità nel catturare con un linguaggio efficace e sincero il momento in cui i sogni diventano illusioni e le illusioni realtà. Il premio per il miglior documentario va a un film intimo e minimalista. E’ un film che segue due giovani famiglie di rifugiati, che consentono alla regia di rendere visibile tutta la loro sofferenza e la complessità dello sradicamento sociale e culturale causato dalla guerra"). Menzione speciale al film My dear mother, di Paul-Anders Simma (Finlandia) «Per la forza descrittiva con cui compone il ritratto di due adolescenti segnato dal dramma dell’abbandono e tuttavia capaci di superarlo in un viaggio risolutivo nel proprio passato e nelle radici di una intera comunità».

La Giuria giovanile per la sezione «Indieuropea» ha assegnato il premio per il Miglior Film a «Maria Solinha» di Ignacio Vilar «per aver rappresentato un tema così attuale come quello della repressione della libertà femminile attraverso un uso coinvolgente, innovativo e ricercato della meta-narrazione». Premio per il Miglior Attore protagonista va a Ruscen Vidinliev nel film «18% Grey», per un’interpretazione delicatamente intimista che accompagna il pubblico alla scoperta di un viaggio di crescita e di riscatto. Premio per la Migliore attrice Protagonista va a Astrid Bergès-Frisbey nel film «L'Autre», per aver interpretato in modo realistico e sentito il dolore e il tormento della perdita, coinvolgendo lo spettatore in un percorso introspettivo e onirico. Due le menzioni: «per essere riuscito a raccontare le contraddizioni e le sofferenze di un territorio occupato in una realtà politica attuale poco conosciuta ma incredibilmente vicina», una menzione a «The forgotten» di Daria Onyshchenko «per il modo originale e dinamico in cui musica, teatro, letteratura e animazione riescono a descrivere un periodo storico di forte censura e persecuzione artistica in Russia», una menzione speciale a «The nose or the cospiracy of Mavericks» di Andrey Khrzhanovsky.

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