Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Pianista, compositore e docente di musica: morto a Messina Nicola Arena, aveva 54 anni

Nicola Arena

Una morte improvvisa a soli 54 anni. Si è spento così il maestro messinese Nicola Arena, noto pianista, compositore e docente di educazione musicale nelle scuole. A poche ore dalla scomparsa del pianista messinese di 73 anni Orazio Visalli, maestro per tante generazioni di giovani talenti un altro lutto ha scosso il mondo della musica. Arena, molto apprezzato e considerato uno dei più grandi talenti emersi al Conservatorio di Messina, si era fatto notare anche per aver composto un’opera rock e per aver vinto diversi concorsi per pianisti anche a livello nazionale.

Lascia la moglie e una figlia. Ma a piangerlo sono in tanti, gli amici di una vita e quelli nati nel mondo della musica.

Morto Nicola Arena, i messaggi di cordoglio

La sua morte ha scosso tutti, a giudicare dai messaggi di cordoglio che in queste ore si leggono sui social. Sulla pagina Facebook dell'istituto comprensivo Evemero si legge: "Ci sono notizie che quando arrivano resti senza parole e incredulo... il maestro Nicola era davvero una persona unica, di grande cultura e con un grande carisma come pochi possiedono. Si potevano trascorrere ore a chiacchierare con lui senza mai annoiarsi perché c'era sempre qualcosa da imparare. Un pensiero e una preghiera per sostenere i suoi cari che restano. Ciao maestro onorata di aver condiviso tanti momenti".

"Una nuova stella illumina il cielo", si legge in un altro post. E ancora: "Un grande pianista e una gran bella persona se ne va!". "Vivrai nel cuore di ogni persona che ti ha conosciuto, apprezzato e ammirato come musicista e come maestro. Rimarrai nei pensieri di ogni tuo alunno".

Intenso il ricordo del collega Cesare Natoli che era stato anche suo compagno durante gli studi musicali: “Dolcissimo amico mio, oggi mi lasci e ti porti via una parte della mia vita – scrive in un blog -. Una parte importante, decisiva per quello che, nel bene e nel male, sono diventato. Siamo cresciuti insieme, accomunati da una passione smisurata per la musica e per il pianoforte. Abbiamo trascorso migliaia di ore a suonare, studiare, ascoltare, imprecare, desiderare il suono in tutte le sue forme. Lo abbiamo fatto seduti allo sgabello davanti a ottantotto tasti - magari improvvisando sui due pianoforti della tua casa che dava sul lago di Ganzirri, oppure aspettando di fare lezione in conservatorio, col maestro Trovato - ma anche bevendo whisky e fumando le nostre prime sigarette, spendendo la paghetta che ci davano i nostri genitori ma anche i primi soldi lavorati dando lezioni private... Consumando ascolti di vinili a non finire, graffiandoli, risentendoli centinaia di volte". Poi conclude: "Il tuo talento straordinario, le tue dita prodigiose, la tua portentosa intelligenza musicale sono state per me un modello costante di emulazione e ammirazione. Non posso - e non voglio - dimenticarti, stella luminosa. Ogni volta che toccherò il tasto di un pianoforte sarai accanto a me... E quando finirò di suonare sarai il primo cui chiederò com'è andata, se potevo fare meglio, se c'è qualcosa da sistemare. Siamo tutti nati per l'Eterno, amico mio, ce lo siamo detti tante volte. Non dimenticarlo proprio adesso…”.

Caricamento commenti

Commenta la notizia