MESSINA. Riprende corpo il finanziamento per i collegamenti sullo Stretto proprio mentre l'Orsa trasporti proclama la seconda giornata di sciopero per la soppressione della nave delle Ferrovie. Trenta milioni di euro in tre anni (dieci milioni l'anno dal 2015 al 2017) "per assicurare la continuità dei collegamenti di servizio di trasporto marittimo veloce nello Stretto di Messina". Lo prevedono due emendamenti al decreto legge sblocca Italia, firmato da Enrico Borghi del Pd e Vincenzo Garofalo di Ncd. Sono tra gli emendamenti riammessi ieri in commissione Ambiente della Camera. L'emendamento, secondo attendibili indiscrezioni si apprende, potrebbe trovare il favore del governo, e in particolare del ministero dei Trasporti, ed essere quindi tra quelli approvati nelle votazioni, che inizieranno giovedì. L'emendamento prevede che, per coprire i 30 milioni in tre anni, si ridurranno le risorse erogate ogni anno a Tirrenia, Siremar, Saremar, Toremar, Caremar.
Ma intanto l'Orsa trasporti non sotterra l'ascia di guerra sul fronte porto storico. E proclama una seconda giornata di sciopero. I lavoratori aderenti al sindacato rappresentato dai combattivi Mariano Massaro e Michele Barresi incroceranno le braccia il 24 ottobre. Pomo della discordia la decisione di Bluferries di sopprimere la terza nave dopo l'ordinanza del sindaco che di fatto blocca il passaggio dei tir dal porto e dalla via La Farina. Non ha avuto effetti la proposta del sindacato di concedere alle ferrovie almeno una finestra notturna in cui sbarcare i camion. In fumo 45 posti di lavoro: biglietteria e servizi collegati alla presenza della nave. "Ci vediamo costretti a scioperare scrivono i sindacalisti a causa dell'assenza di volontà dell'Amministrazione comunale a individuare soluzioni alternative all'ordinanza che impedisce lo sbarco dei tir h24 nel porto storico".
E poi aggiungono: la concessione di deroghe riguarda esclusivamente l'armatore privato. E di fatto si è creato un monopolio per il traghettamento di automobili e pedoni gestito nella quasi totalità dal vettore privato. Riteniamo che l'approdo di emergenza di Tremestieri sia inadeguato a ricevere tutto il traffico di mezzi gommati pesanti, automobili, materiale infiammabile e pedoni che attualmente sfruttano anche il porto storico di Messina" E infine aggiungo: è in atto una violazione del diritto universale alla mobilità con il silenzio assenso delle istituzioni locali e nazionali. Ci sarà una significativa ricaduta sui livelli occupazionali dei marittimi Bluferries e dei lavoratori operanti nell'indotto. Una ricaduta che non possiamo tollerare". Nell'ultima giornata di sciopero l'adesione allo sciopero era stata alta. Resta alta la tensione dunque. Sull'ordinanza targata Accorinti nelle prossime ore potrebbero spuntare altri ricorsi al tribunale amministrativo. Ad impugnare il provvedimento le aziende che lavorano nel porto storico.
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