Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Nocciole dei Nebrodi alla Ferrero: si sgonfia l’ipotesi

Il presidente Fulci in visita a Villa Piccolo chiude per il momento ad un investimento in Sicilia. I campioni inviati qualche anno fa all’industria erano amari

CAPO D'ORLANDO. La Ferrero che scommette sulle nocciole siciliane? La notizia che la multinazionale dell'industria dolciaria fosse pronta ad investire nell’isola chiedendo alla Regione di individuare cinquemila nuovi ettari di terra dove impiantare le sue coltivazioni, sembra sgonfiarsi.

O almeno si tratterebbe di un investimento a lunga scadenza fatto di produzioni proprie e non di acquisto di prodotto siciliano. Il quadro, infatti, lo ha definito chiaramente il presidente della Ferrero spa Francesco Fulci che ieri è stato in visita a Villa Piccolo di Capo d’Orlando. «Qualche anno fa - spiega l’ex ambasciatore italiano all’Onu, oggi presidente dall’importante multinazionale alimentare - avviammo una discussione di questo tipo proprio con un importante produttore di questo territorio. I campioni di nocciole che portammo ad Alba, però, risultarono per il 70 per cento guasti a causa della cimice che colpisce i noccioleti, quindi amare per la trasformazione nei prodotti del gruppo: noi puntiamo alle eccellenze». «Quindi - conclude Fulci - considero impossibile che si possano usare produzioni di questo territorio. A meno che non si pensi di avviare nuove coltivazioni tenendo presente che per avviare un noccioleto servono dai 6 agli 8 anni».

«In effetti le colture dei Nebrodi hanno avuto un momento di difficoltà - replica il commissario dell’Ente di Sviluppo Agricolo regionale, Francesco Calanna - però le infestazioni sono state debellate da qualche anno. Infatti, in questo momento il prezzo del prodotto è lievitato di tre volte rispetto al passato quando un quintale di nocciole costava appena 200 euro. La qualità sta quindi crescendo anche se ovviamente serve fare sistema per essere competitivi e pensare di potersi affacciare alle forniture richieste da colossi alimentari come la Ferrero o altre aziende che vendono all’estero. Per esempio in zona c’è un’altra importante ditta interessata al prodotto, purchè coltivato in maniera biologica». Il futuro, quindi, potrebbe passare attraverso il contratto di filiera che il Gal Nebrodi sta avviando in queste settimane. In quel modo si darebbe organicità alle produzioni sfruttando le opportunità dei bandi europei. Tornando alla visita dell’ex ambasciatore Fulci, grande soddisfazione è stata espressa dal presidente della Fondazione Giuseppe Benedetto che in questi mesi sta lavorando proprio a dare una dimensione di rilievo all’Ente.

Caricamento commenti

Commenta la notizia