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Le società estere a caccia di cervelli: e bussano alle porte dell’Università di Messina

MESSINA. Le società straniere bussano alle porte dell’università messinese per ottenere laureati da inserire in percorsi formativi e quindi nelle aziende estere. Ma qualcuno vuole poi che gli stessi laureati facciano impresa per conto loro a Messina. Dall’Europa e dagli Stati Uniti chiedono le migliori «teste» locali. Un’importante società svizzera anzi ha già investito centomila euro su una ricerca di un ingegnere informatico messinese che ha brevettato una piattaforma per la gestione e l’erogazione dei servizi e chiede all’università altre intelligenze su cui puntare. Un’altra società americana invece cerca altro capitale umano da importare per realizzare percorsi formativi e offre all’ateneo sei borse di studio.

Dall’estero sono a caccia del capitale umano messinese. Chiedono la migliore preparazione. Il presidente di un consorzio statunitense, il Ceo, ha scritto al rettore Pietro Navarra, al presidente del centro Careci, che si occupa dello scambio con le imprese, affinché si possano attivare sei borse di studio i cui importi sono da quantificare. Gli americani vogliono ingegneri e laureati in scienze informatiche. Offrono formazione, soldi, vitto e alloggio e la possibilità di inserimento di lavoro ai migliori. Anche a tutti se dovessero risultare all’altezza delle credenziali.

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