L'enogastronomia diventa esperienza turistica anche a Messina. Un modello già consolidato in numerose realtà, quello del turismo esperenziale enogastronomico, per guardare alla qualità di un'offerta turistica che sia d'élite e e non più soltanto di massa Le linee programmatiche sono state presentate nel fine settimama, al Marina del Nettuno Yachting club sede del porticciolo turistico di Messina.
Il presidente della Camera di commercio, Ivo Blandina promuoverà subito un tavolo di confronto con le istituzioni, l'imprenditoria, le associazioni del settore, per cominciare a gettare le basi pratiche di un nuovo modo di fare turismo. "Vogliamo portare a Messina - afferma- flussi turistici importanti. Il crocierismo è un fenomeno di massa che non muove l'economia. I crocieristi che viaggiano in bassa stagione con quattrocento euro, non lasciano nulla alla città perché non spendono. Si muovono a piedi, visitano i luoghi gratuiti, mangiano sulla nave e quindi non portano profitto".
L'idea di un modello turistico più selettivo ma redditizio, ispirato all'enogastronomia a largo raggio, è stata lanciata a Messina dagli ambasciatori del gusto Pasquale Caliri, Lillo Freni e Francesco Arena al termine di una convention sul tema che si è tenuta a Napoli. "La nostra città- dichiarano i tre delegati della cucina messinese nel mondo- è la seconda per numero di turisti che riceve, dobbiamo attirare i visitatori proponendo esperienze diverse".
I luoghi dell'enogastronomia turistica saranno i ristoranti di alta cucina, come i laboratori di pasticceria, le panetterie in cui si sforna il pane casereccio e la focaccia messinese, un must famoso in tutto il mondo, le cantine deI vino. I vantaggi del turismo esperenziale per Messina, sottolineati anche dal delegato del rettore per l'economia, Filippo Grasso docente di analisi di mercato e presidente di "Messina tourism bureau" che ha annunciato la nascita a breve di due nuovi corsi di laurea sul turismo e dall'esperto Fabrizio Scaramuzza, presidente della Fondazione "Albatros e Nonsolocibus" per la promozione delle tipicità territoriali.
"Vi é tanto da fare -conclude - il turismo è un vestito che va cucito su misura, tenendo conto delle potenzialità del territorio. Purtroppo l'attuale offerta turistica non è adeguata alla richiesta, a quello che i turisti si aspettano venendo da noi". Nel corso dell'incontro sono stati indicati alcuni siti vicino al porto storico, quali il palazzo dell'ex Dogana ed i Magazzini generali, da trasformare in saloni dell'enogastronomia. Nel 2018, il novantotto per cento di turisti italiani ha inserito nell'itinerario una o più mete enogastronomiche, un trend che continua a crescere quest'anno.
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