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Isole siciliane, aumenti alle stelle per le tariffe dei Tir

La denuncia di Federalberghi, Del Bono: «Gravi ricadute dei costi per le attività commerciali di Eolie, Egadi e Ustica»

Il porto di Lipari

«Sono insostenibili gli aumenti tariffari a danno dei trasportatori che a mezzo navi approvvigionano le piccole isole siciliane». Lo denuncia la Federalberghi isole minori della Sicilia che denuncia anche che «le ricadute negative sull’intero tessuto produttivo insulare iniziano ad avvertirsi pesantemente». «Nonostante le rassicurazioni di Caronte &Tourist - a distanza di due settimane dall’annunciata rescissione dei contratti integrativi regionali - alcune delle nostre preoccupazioni sono già diventate realtà: come era del tutto logico immaginare, le tariffe dei mezzi commerciali sono lievitate e in alcuni casi come in quello dei mezzi che trasportano carburanti, infiammabili e altro. Si registrano aumenti che arrivano addirittura a superare il 500%».

Un danno per le piccole isole

Si tratta di un ulteriore e inaccettabile aumento tariffario a danno delle piccole isole siciliane - denuncia Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole di Sicilia, a seguito delle note inviate dai sindaci e delle proteste dei trasportatori -. Avevamo apprezzato il tempestivo intervento della Regione, che il 19 luglio aveva annunciato uno stanziamento di 800 mila euro con l’intento di sterilizzare gli aumenti sul trasporto degli infiammabili nelle isole Eolie, nelle Egadi e a Ustica ma, entrando nel merito del provvedimento, ci si rende conto come questo sia del tutto insufficiente oltre che di improbabile applicazione: nessun trasportatore è nelle condizioni di anticipare giornalmente ingenti somme di danaro per poi attendere di essere rimborsato dalla Regione».

L'appello alla Regione

«I sindaci e le associazioni di categoria interessate attendono ancora di essere convocati dal presidente Schifani e dall’assessore Aricò ma, soprattutto, soluzioni definitive rispetto a quella che continua ad essere una situazione di assoluta emergenza e precarietà che vede ancora una volta calpestati i diritti - ormai sanciti anche costituzionalmente - delle comunità micro-insulari», conclude Federalberghi.

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