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Allo studio dissalatori marini mobili per dare acqua alle isole della Sicilia

Audizione del ministro Pichetto in Parlamento. Sull'energia dice: «Dobbiamo uscire dalla valutazione sulla regione che dà di più o prende di più»

Per fornire acqua potabile alle isole minori, che non sono collegate agli acquedotti della terraferma, «si sta approfondendo l’ipotesi di dissalatori marini mobili. I dissalatori fissi a terra ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in audizione alla Commissione bicamerale Insularità - provocano le proteste dei cittadini, perché producono salamoia che va smaltita. Un dissalatore mobile evita questo problema, perché la disperde in mare».

Per quanto riguarda la fornitura elettrica delle isole minori «Terna su richiesta di Arera ha valutato la possibilità di collegare le Eolie con la rete elettrica della Sicilia. Costerebbe 200-250 milioni di euro. Al momento non c’è nessun progetto. Si potrebbe fare lo stesso anche per l’isola del Giglio, Favignana e altre».

Per la produzione di elettricità in Italia. ha aggiunto il ministro, «dobbiamo uscire dalla valutazione sulla regione che dà di più o prende di più. La Sicilia è un luogo di transito importante. Se fossimo nel Medioevo, metteremmo la gabella in Sicilia. Però non possiamo ragionare così, dobbiamo ragionare come Paese».

«Quando sento dire “la mia regione produce più energia di quanta ne consumano i suoi abitanti” - ha proseguito il ministro -, io penso “la mia (il Piemonte, ndr) produce più riso di quanto ne consumano gli italiani". Dovremmo proibirvi anche il tartufo o il barolo!». Secondo Pichetto, «è cambiata un’epoca negli ultimi 4 anni. Il Sud ha una centralità energetica, con possibilità di sviluppo. Può esserci una svolta epocale del Sud per la sua centralità mediterranea, sulle produzioni, sul turismo e sull’energia. Dobbiamo crederci tutti da italiani».

Il ministro ha anche annunciato un provvedimento per l’eolico. «In un decreto che emetterò a breve - ha spiegato - inserirò l’ipotesi di prendere aree marine per installare impianti eolici offshore ed eventualmente lottizzare. Si tratta di individuare aree di 30-50 km quadrati da lottizzare. Servono numerosi interventi e investimenti. Per questo nel Pniec abbiamo previsto la realizzazione di questi impianti al 2029 - 2030». Per Pichetto, per l’eolico offshore «serve la definizione degli spazi marittimi. Bisogna raccordarsi con gli altri paesi, dal Nordafrica fino al Portogallo, per definire le aree di competenza. Servono porti attrezzati (e occorrono almeno due anni) e navi attrezzate. Per avere cavi adeguati ci vogliono da 2 a 4 anni. Poi bisogna costruire le piattaforme. È un percorso di qualche anno».

Il ministro ha spiegato che «secondo le previsioni del gestore di rete (Terna, ndr), in Sicilia al 2030 saranno installati 1,4 giga di impianti di produzione di energia elettrica da eolico off-shore. Ci sono centinaia di richieste di progetti».

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