MESSINA. Il partito democratico si appresta ad eseguire l'esame del sangue all'amministrazione Accorinti. E a decidere sulla eventuale mozione di sfiducia da presentare in Consiglio comunale.
Lunedì pomeriggio, alle 17,30, nella storica sede di via Castellamare di Stabia, i tredici consiglieri comunali, i presidenti di quartiere e i consiglieri di circoscrizione, si ritroveranno attorno ad un tavolo con il segretario provinciale Basilio Ridolfo e i membri del coordinamento comunale. All'ordine del giorno la sindacatura Accorinti.
Sullo sfondo la sfiducia al sindaco. Per presentare la mozione di sfiducia occorrerà attendere sino a giugno ma, con i tempi che corrono, meglio pensarci prima. I consiglieri del pd sono tredici. I voti necessari, affinchè la sfiducia venga approvata, sono 21. Visto che solo due consiglieri sono ufficialmente con l'amministrazione, i numeri, ci potrebbero anche essere pescando tra gli altri partiti e chiedendo manforte a quel centrodestra che sta all'opposizione. Ma occorre trovare la motivazione. Il partito democratico è pronto a guidare la crociata anti-Accorinti. I tempi sarebbero maturi per cominciare a costruire la sfiducia.
Così, mentre Accorinti e i suoi parlano di diciotto mesi pieni di soddisfazione e di traguardi raggiunti, dai trasporti alla differenziata, ai servizi sociali, il Pd parla di pieno fallimento. Il segretario provinciale del Pd Basilio Ridolfo, sindaco come Accorinti, ma di un comune ben più piccolo, quello di Ficarra, parla senza mezzi termini: "L'amministrazione Accorinti non ha attuato nulla di innovativo. La loro è una rivoluzione mancata. Non si capisce quale sia il loro progetto politico e di rilancio della città. E' chiaro che a questo punto dobbiamo ascoltare tutti, dai consiglieri di quartiere al presidente del consiglio comunale e decidere il da farsi”.
Quella di lunedì è la prima vera riunione operativa convocata dal Pd dopo mesi di amministrazione.
Molto critico anche verso i suoi l'ex candidato alla poltrona di sindaco Felice Calabrò: "I consiglieri comunali hanno mostrato in questi mesi un inspiegabile immobilismo. Certo - aggiunge Calabrò che è stato a lungo consigliere comunale e dunque conosce bene la macchina amministrativa - la legge non aiuta molto. Se non si approva il bilancio ad essere punito è il consiglio che viene sciolto. E' assurdo. Non giustifico però - aggiunge Calabrò - l'appiattimento che hanno mostrato i consiglieri Pd su certe posizioni dell'amministrazione. Credo sia tempo di far largo ai giovani. A quei giovani che hanno mostrato di avere l'entusiasmo che non noto nella vecchia guardia del partito".
E in dirittura d'arrivo c'è l'ultimo ricorso presentato contro l'elezione del sindaco. Un primo ricorso è stato respinto dal Cga. In quello rimasto in piedi, sempre davanti lo stesso grado di giudizio, si indicano le sezioni incriminate, i verbali da riesaminare e gli errori da osservare. Quest'ultimo ricorso chiede l'annullamento delle elezioni. Se dovesse essere accolto tornando alle urne, non ci sarebbe bisogno di alcuna mozione.
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